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Mozione nucleare, cosa vuol dire l’ok della Camera

mozione nucleare
Foto di Ilja Nedilko su Unsplash

Cosa chiede la mozione sul nucleare approvata in Parlamento?

(Rinnovabili.it) – L’Italia riapre le porte al nucleare? Non proprio, ma un primo passo avanti in questa direzione è stato compiuto oggi alla Camera con l’approvazione di una mozione di maggioranza. L’atto parlamentare, che ricordiamo non è legato ad alcun processo legislativo, impegna il Governo a “valutare l’opportunità di inserire nel mix energetico nazionale anche il nucleare quale fonte alternativa e pulita per la produzione di energia”. E a favorire campagne di informazione per aumentarne l’accettazione sociale, prevedendo anche forme di compensazione per i territori.

Non solo. La mozione sul nucleare, a prima firma di Alessandro Cattaneo (Forza Italia), chiede anche di: considerare l’opportunità di intensificare la ricerca nazionale sui reattori di quarta generazione, i cosiddetti Small e Micro Modular Reactor (SMR e MMR); di “adottare ogni iniziativa utile a sostenere le università italiane in questo percorso”; di valutare in quali territori esteri la produzione nucleare possa soddisfare il fabbisogno energetico nazionale; di “adottare iniziative volte ad includere la produzione di energia atomica di nuova generazione all’interno della politica energetica europea”.

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Una mossa che non sorprende più di tanto e che ha ricevuto il plauso dai vertici del Dicastero dell’Ambiente. Il ministro Gilberto Pichetto e la Viceministra Vannia Gava hanno ringraziato il Parlamento per “aver dato un preciso indirizzo al Governo” promettendo un confronto con i partner europei e una valutazione su come inserire il nucleare, “con la massima attenzione”, nelle fonti energetiche primarie.

Le critiche non sono tardate ad arrivare, così come i promemoria dell’espressione degli italiani in materia. Per Sergio Costa (M5S), ex ministro dell’Ambiente e oggi vicepresidente della Camera “il Governo ha usato questa mozione per introdurre il nucleare nel mix energetico attuale […] trascurando i due no detti dal popolo italiano in due distinti referendum, nel 1987 e nel 2011”.

Dura anche la replica del deputato Angelo Bonelli (Alleanza Verdi e Sinistra) “Il nucleare è l’energia più costosa, considerando i costi necessari a realizzare gli impianti che sono tutti a carico della finanza pubblica. In Europa il prezzo è intorno ai 120 euro a MWh, e si manterrà a questi livelli anche nel 2050 […] Il leader di Azione Calenda ha affermato di voler realizzare 40 GW da energia nucleare, ovvero 30 reattori. Ma non dice agli italiani quanto costerebbe un piano per la realizzazione di questi 40 GW. La centrale di Flammaville di 1,6 GW, i cui lavori iniziati nel 2007 non sono terminati, è passata da 3,7 mld ad  un costo sino ad oggi di oltre 18 miliardi. 40 GW significa un investimento da 400 mld di euro a carico dei conto pubblici”. 

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