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Modifiche al PNRR: ecco cosa cambia su mobilità, idrogeno e caldaie

Modifiche al PNRR: l’Italia tocca mobilità, idrogeno e caldaie
crediti: governo.it CC BY-NC-SA 3.0 IT

L’11 luglio il ministro Fitto ha annunciato 10 modifiche al PNRR

(Rinnovabili.it) – Dieci modifiche al PNRR sulle 27 misure che rientrano nella 4° tranche di pagamento. Nella lista dei ritocchi al Piano nazionale di ripresa e resilienza, annunciato ieri dal ministro per gli Affari Europei con delega alla supervisione del PNRR Raffaele Fitto, finiscono molti capitoli che riguardano da vicino la transizione ecologica. Soprattutto misure che riguardano mobilità e idrogeno, dove finora si sono accumulati molti ritardi rispetto alla tabella di marcia concordata in origine con Bruxelles.

Delle 10 modifiche al PNRR proposte dall’Italia, sono 5 quelle che hanno un impatto sulla decarbonizzazione e la transizione: colonnine di ricarica, rinnovo flotte treni, sperimentazione treni a idrogeno, utilizzo dell’idrogeno nell’industria hard to abate, caldaie ed Ecobonus. Ecco tutte le novità.

PNRR, la conferenza stampa del Ministro Fitto

Nuovo bando per le colonnine di ricarica

La flessibilità chiesta a Bruxelles tocca la transizione alla mobilità elettrica. E parte dal sonoro flop dell’ultimo bando sulle colonnine di ricarica, che un paio di settimane fa ha ottenuto risultati molto sotto le aspettative. La parte relativa alle strade extraurbane è andata deserta.

“A seguito dei bandi di selezione degli interventi e a fronte di 6.500 infrastrutture di ricarica di cui 4.000 nei centri urbani e 2.500 nelle aree extraurbane, risultano pervenute richieste per 4.700 infrastrutture di ricarica nelle sole aree urbane”, ricorda il documento di presentazione delle modifiche al PNRR diramato dall’esecutivo.

La proposta di modifica “consente di allineare l’obiettivo agli esiti delle procedure di selezione e impegna il governo a pubblicare nuovi bandi per consentire il raggiungimento dell’obiettivo finale”, continua il documento di sintesi delle modifiche. Tralasciando di menzionare che il motivo per cui non sono state assegnate le colonnine su strade extraurbane è anche il modo in cui sono stati scritti i bandi, con ambiti geografici troppo ampi, limitando la possibilità di partecipare per le aziende di medie dimensioni.

Tra le modifiche al PNRR anche treni e idrogeno

Due le modifiche che riguardano la mobilità su rotaia. La prima interviene sul rinnovo delle flotte treni. Restano fisse le risorse a disposizione (800 milioni), viene modificata la composizione degli acquisti. I 53 treni passeggeri a emissioni zero saranno destinati al trasporto regionale, mentre le 100 carrozze di nuova concezione, sviluppate con materiali riciclabili e rivestite con pannelli fotovoltaici, svecchieranno il trasporto universale (flotta intercity).

Anche sulla sperimentazione dell’idrogeno nella mobilità ferroviaria il problema alla base della modifica sono i bandi andati deserti. Il piano prevede di creare stazioni di rifornimento per treni a idrogeno lungo 6 linee ferroviarie. Ai bandi non ha partecipato Ferrovie dello Stato, gli altri operatori si sono sfilati. La modifica annunciata ieri prevede la localizzazione degli interventi vicino ai siti di produzione di idrogeno verde e/o delle stazioni di rifornimento di H2 in autostrada.

Sull’idrogeno interviene poi un’altra rimodulazione, che riguarda l’investimento per l’uso del vettore energetico nell’industria cosiddetta hard to abate, a più difficile decarbonizzazione. La modifica, sostiene il governo, allinea la misura al principio del Do not significant harm europeo. Nello specifico, si prevede di non usare “gas naturale nella produzione di idrogeno da usare nella riduzione diretta del ferro”. La riduzione diretta del ferro (DRI) è un metodo alternativo e meno impattante rispetto a quello dell’altoforno per la produzione di ferro e può essere alimentato sia a metano che a idrogeno. La modifica limita l’H2 utilizzabile a quello prodotto a partire da fonti rinnovabili.

Ecobonus e Sismabonus

Modifiche al PNRR anche in ambito efficienza energetica. Qui il punto toccato riguarda le caldaie. Il governo ha deciso di spostare parte delle risorse destinate al Sismabonus sul capitolo Ecobonus. Di conseguenza, sarà possibile rendicontare anche l’installazione delle caldaie a condensazione a gas tra gli interventi coperti, laddove sostituiscono impianti con minore efficienza.

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