L’investitura avverrà venerdì prossimo. Tra le funzioni del nuovo dicastero, separato da quello dell’Ambiente, anche la gestione della protezione civile. Priorità alla prevenzione e alle strategia di adattamento al climate change sul lungo periodo
Sarà l’ex commissario UE Stylianides il ministro per il Cambiamento Climatico
(Rinnovabili.it) – La Grecia è tra i paesi europei più colpiti dall’impatto del climate change. Gli incendi quest’estate sono tornati ad assediare Atene e hanno ridotto in cenere pascoli e boschi in molte altre regioni. Maxi roghi che hanno messo in grande difficoltà, ancora una volta, il sistema di risposta nazionale. E le previsioni per il futuro sono pessime. Così il paese ellenico ha deciso di dotarsi di un ministro per il Cambiamento Climatico: una figura separata da quello dell’Ambiente che appare per la prima volta in Europa.
Cosa farà il ministro per il Cambiamento Climatico greco?
Quali sono le preoccupazioni del governo è abbastanza chiaro guardando le competenze del nuovo ministro. L’esecutivo guidato da Mitsotakis ha scelto come primo ministro per il Cambiamento Climatico Christos Stylianides, ex commissario europeo agli aiuti umanitari e la gestione delle crisi sotto Juncker. Cipriota, Stylianides riceverà la cittadinanza greca onoraria prima di entrare ufficialmente in carica il 10 settembre. Gestire le crisi climatiche è quindi al primo posto nell’agenda del nuovo dicastero, che non a caso assumerà anche le competenze di coordinamento della protezione civile ellenica.
La decisione arriva dopo che il governo è stato sommerso di critiche per come ha affrontato la stagione degli incendi tra luglio e agosto. Mitsotakis si è difeso in un discorso alla nazione definendo i roghi “la più grande catastrofe ecologica degli ultimi decenni” che si è abbattuta sul paese. Il nuovo ministro per il Cambiamento Climatico è una scelta sicuramente simbolica, ma non priva di sostanza. Stylianides dovrà ristrutturare la protezione civile greca come ha fatto tra il 2014 e il 2019 con il meccanismo analogo a livello europeo. Ma, soprattutto, si dovrà concentrare sulla prevenzione, sulla cui assenza o carenza si sono concentrati i critici dell’esecutivo.
La Grecia e il climate change
Tra le sue prerogative ci sarà quella di preparare il paese ad affrontare l’impatto del cambiamento climatico in modo sistemico, considerando tutti gli aspetti più critici. “Le conseguenze del cambiamento climatico ci hanno superato e dobbiamo accelerare i grandi cambiamenti senza indugio”, ha scritto Stylianides su Twitter. “La prevenzione e la preparazione alle catastrofi sono l’arma più efficace che abbiamo”.
La Grecia attorno alla metà del secolo dovrà fare i conti con un riscaldamento globale medio di +2,5°C, con punte anche di 3,8°C in alcune regioni durante i periodi estivi. Si tratta di stime estrapolate sulla base degli scenari intermedi preparati dall’Ipcc. Entro il 2050 le ondate di calore dovrebbero salire a 15-20 l’anno mentre nel 2100 le notti tropicali (dove la temperatura non scende mai sotto i 20°C) saranno più di 50 in quasi tutto il paese. In parallelo, le piogge diminuiranno del 12% in media, con cali del 20-30% in estate specie al sud, fatto che metterà a rischio il 60% delle terre coltivabili. Il rischio incendi nel 2050 si allungherà di 2-6 settimane l’anno, con i giorni critici che potranno lievitare anche del 70% rispetto a oggi.
Un quadro che diventa ancora più preoccupante per i grandi centri urbani. Non è un caso se Atene da poco ha deciso di rispondere alla crisi climatica con il primo Chief Heat Officer d’Europa. Eleni Myrivili, già a capo del team che ha preparato la Strategia di Resilienza al 2030 per Atene, è stata nominata a capo di un ufficio che deve studiare le strategie di mitigazione e contrasto alle ondate di calore nella capitale greca. Tra le priorità della funzionaria, trovare alternative sostenibili all’aria condizionata, integrare il climate change nella pianificazione urbana e proteggere i cittadini più vulnerabili.