Gli architetti dell studio Sou Fujimoto hanno presentato le mini città realizzate con oggetti di tutti i giorni trasformati in architetture visionarie
(Rinnovabili.it) – Una città di patatine fritte, un’altra di viti, una di palline da ping pong. Gli architetti dello studio Sou Fujimoto Architects hanno preparato per Chicago Architecture Biennal 2015 una serie architetture miniaturizzate ed oniriche che prendono forma grazie a oggetti di tutti i giorni trasformati in mini città.
Nell’istallazione “Architecture is Everywere” gli oggetti di tutti i giorni vengono assemblati come componenti di un plastico architettonico e gli omini per il modellismo rendono l’idea della scala di riferimento. Ogni mini città prende vita su un quadrato di legno e l’insieme di questi piedistalli essenziali è di per sé un’installazione di grande effetto.
Come nei ready made dadaisti gli oggetti di tutti i giorni diventano mini città che suggeriscono atmosfere, composizioni architettoniche ed esperimenti utopistici che ricordano “Le città invisibili” di Calvino.
“Il concetto di ‘architettura trovata’ è rappresentato con la giustapposizione di figure umane e oggetti comuni presenti nella vita quotidiana, attraverso contesti che potrebbero sembrare una coincidenza in un primo momento, se non casi fortuiti” hanno spiegato dallo studio. “Questa operazione ci fa iniziare a leggere questi oggetti come spazi architettonici.”
Secondo i progettisti l’architettura prima di essere fatta va trovata nelle cose di tutti i giorni, come i nostri antenati trovavano nella natura i luoghi adatti a creare un insediamento. Iniziare ad osservare le cose da punti di vista differenti può essere un esercizio ed una fonte di ispirazione impagabile. Le mini città dello studio giapponese ci riportano a immagini dell’infanzia, quando ogni oggetto si trasformava in un mondo immaginario.