Oggi il mercato è in mano a privati, non ha regole condivise, garantisce poca trasparenza. E quindi è poco appetibile. Bruxelles pensa di introdurre standard condivisi, senza creare però un meccanismo proprio
Entro fine anno la proposta della Commissione
(Rinnovabili.it) – Per raggiungere la neutralità climatica entro metà secolo, l’UE dovrà fare affidamento sulla rimozione di carbonio per compensare le emissioni residue nei settori hard-to-abate. “I carbon removals dovranno giocare un ruolo sempre più importante e diventare l’obiettivo principale dell’azione dopo il raggiungimento della neutralità climatica e quando le emissioni negative saranno necessarie per stabilizzare l’aumento della temperatura del mondo”, scriveva la Commissione in un documento di indirizzo politico lo scorso dicembre. Da qui la necessità di creare uno standard europeo per il mercato volontario del carbonio, in cui gli schemi per la carbon dioxide removal (CDR) abbiano standard condivisi e regole comuni. Come sarà fatto questo mercato?
L’Europa non reinventerà la ruota, ma costruirà la nuova architettura a partire dai mercati esistenti. In realtà si tratta di un vero far-west dove domina la scarsa trasparenza ed è complicato capire la vera efficacia delle azioni certificate. Oggi coesistono metodi di monitoraggio e di valutazione dell’impatto delle misure di rimozione di carbonio non allineati tra loro, che fanno capo a soggetti privati. E il mercato resta su prezzi molto bassi.
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Per cambiare direzione, l’UE presenterà entro fine anno una proposta per armonizzare tutti i processi di monitoraggio, reporting e verifica (MRV) esistenti. Si applicherà a tutti i crediti di carbonio generati in UE, permettendo a compagnie straniere di acquistarli ma con il vincolo che siano geograficamente collocati nello spazio europeo. Lo ha fatto sapere Lukas Visek, membro del gabinetto del vicepresidente della Commissione con delega al clima Frans Timmermans, durante un dibattito organizzato da Euractiv.
“Il mercato volontario del carbonio non è qualcosa che la Commissione ha intenzione di introdurre da zero. Questi crediti di carbonio esistono, sono verificati e certificati da schemi privati ma il prezzo è spesso molto basso”, ha affermato Visek. Restano però da sciogliere ancora alcuni dei nodi principali. Su tutti, come funziona il meccanismo MRV nel caso in cui la CO2 stoccata venga ri-emessa anzitempo, ad esempio in caso di incendio di una foresta.
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