Il mercato globale dell’energia sta per entrare in una fase inedita, segnata da incertezze geopolitiche ma anche da un eccesso di offerta di combustibili fossili. Con 2 conseguenze principali. Primo: dal 2025 i prezzi dell’energia dovrebbero scendere in modo sostanziale, liberando risorse per investimenti in tecnologie pulite. Secondo: prezzi bassi e disponibilità ampia (per le fossili così come per il fotovoltaico e le batterie) innescheranno una “competizione intensa” tra i fornitori.
“Nella seconda metà di questo decennio, la prospettiva di forniture più ampie – o addirittura in surplus – di petrolio e gas naturale, a seconda di come evolveranno le tensioni geopolitiche, ci porterebbe in un mondo energetico molto diverso da quello che abbiamo sperimentato negli ultimi anni durante la crisi energetica globale”, spiega Fatih Birol, direttore dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA). Un’era dell’elettricità, come la definisce Birol.
È lo scenario che delinea il World Energy Outlook 2024, rilasciato il 16 ottobre dall’ente con sede a Parigi. Dove l’IEA conferma la previsione di un picco del petrolio entro il 2030. E prevede che già tra qualche mese potrà emergere uno “spazio per respirare” con prezzi dell’energia più bassi. Si tratta di una finestra che mette la politica nelle condizioni di “concentrarsi sull’aumento degli investimenti” nella transizione e nella cancellazione dei sussidi alle fossili. Avverte Birol: “Ciò significa che le politiche governative e le scelte dei consumatori avranno enormi conseguenze per il futuro del settore energetico e per affrontare il cambiamento climatico”.
Verso una sovrabbondanza di petrolio e gas: quali conseguenze?
Uno dei pilastri su cui l’IEA costruisce la sua visione del mercato globale dell’energia nei prossimi anni è l’aumento dell’offerta di combustibili fossili. I dati alla base sono così solidi che stanno già tranquillizzando i mercati, nota il rapporto.
Nonostante le fortissime tensioni dovute alle guerre in Ucraina e in Medio Oriente, il coinvolgimento diretto dei maggiori produttori di fossili e dei choke point del commercio marittimo globale (Hormuz e Suez) non sta facendo impennare i prezzi del barile. “Non posso dire se vedremo di nuovo prezzi del petrolio a 100 dollari al barile, ma quello che posso dire è che nonostante il conflitto in corso in Medio Oriente stiamo ancora vedendo prezzi del petrolio a 70 dollari”, ha notato Birol.
Questo perché il passo degli investimenti in nuovi progetti di petrolio e gas porterà a un oversupply considerevole già nella seconda metà di questo decennio. L’IEA stima che la spare capacity per il petrolio nel 2030 arriverà a 8 milioni di barili al giorno, mentre i nuovi progetti di esportazione di gas naturale liquefatto (GNL) aumenteranno la capacità globale di export del 50% nei prossimi 6 anni.
Previsioni sulla sovrabbondanza di offerta e di capacità produttiva che sono riferite allo scenario conservativo, quello che si basa sulle politiche attuali e non prevede miglioramenti significativi (Stated Policies Scenario, STEPS)
Mercato globale dell’energia: i trend principali al 2030
Nel rapporto 2024 sull’evoluzione del mercato globale dell’energia, l’IEA aggiorna le stime sulla penetrazione delle rinnovabili nel mix elettrico globale e le prospettive sull’andamento delle fonti fossili.
Rinnovabili nel mix elettrico
Secondo il World Energy Outlook 2024, la capacità di energia rinnovabile aumenterà più rapidamente dell’aumento della domanda. La quota delle fossili nel mix elettrico è destinata a scendere. Di quanto? Eolico e solare oggi rappresentano il 30% del mix globale. Nel 2035 arriveranno a oltre il 40% nello scenario conservativo (STEPS), e nel 2050 saliranno al 60%. In tutti gli scenari, più e meno ambiziosi, l’IEA ritiene che la quota di energia nucleare resti pari a quella odierna, intorno al 10%. Le fonti low-carbon, nel complesso, copriranno più della metà del mix elettrico prima del 2030, sottolinea quindi l’IEA. Tutto questo nonostante l’IEA abbia alzato del 6% la stima sulla domanda di elettricità al 2030 rispetto all’anno scorso.
Capacità globale di rinnovabili
Gli investimenti nelle tecnologie pulite dovrebbero raggiungere i 2.000 miliardi di dollari l’anno, più del doppio di quelli nelle fossili. Grazie a questa spinta i prezzi continueranno a scendere per quasi ogni tecnologia mentre la nuova capacità installata accelererà. Dai 4.250 GW odierni si arriverà a 10.000 GW nel 2030. Non abbastanza per triplicare le rinnovabili, come promesso alla Cop28 per stare sotto quota 1,5°C di riscaldamento globale. Ma sufficiente per continuare l’addio graduale delle fossili.
Picco delle fonti fossili
In ogni scenario considerato, tutte le fonti fossili raggiungono il picco della domanda entro il 2030. Insieme alla sovrabbondanza di offerta che si concretizzerà, ciò significa prezzi in forte calo. Per l’IEA il prezzo del barile potrebbe assestarsi su un plateau di 75-80$ nel 2030, mentre il prezzo del gas importato in Europa dovrebbe crollare di oltre 10 volte rispetto ai picchi del 2022.
Il gas fossile crescerà ma probabilmente non quanto gli annunci e gli investimenti degli ultimi 2 anni fanno pensare: “i prezzi di cui molti fornitori hanno bisogno per recuperare i propri investimenti potrebbero non convincere le economie in via di sviluppo a passare al gas naturale su larga scala: qualcosa dovrà cedere”, nota il rapporto.
Auto elettriche
Il rallentamento della crescita della domanda di petrolio, anche nello scenario conservativo, mette i principali produttori fossili in difficoltà. La Cina è stata il motore della crescita del mercato petrolifero negli ultimi decenni, ma quel motore sta ora passando all’elettricità, nota l’IEA nella sezione sull’elettrificazione dei trasporti. Nonostante i tentennamenti di quest’ultimo periodo, secondo l’Agenzia la penetrazione degli EV – oggi il 20% del mercato auto – crescerà a ritmi accelerati. Nel 2030 1 auto venduta su 2 nel mondo sarà elettrica, anche nello scenario STEPS, e cancellerà 6 milioni di barili di petrolio al giorno dalla domanda globale.