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Carbonio: i prezzi del mercato ETS UE raddoppieranno tra 10 anni

Mercato ETS
Credits: Gerd Altmann da Pixabay

L’UE dovrà cambiare alcuni parametri del mercato ETS, includendo il trasporto marino

(Rinnovabili.it) – Secondo uno studio di Refinitiv Carbon Research, il prezzo delle quote di carbonio scambiate sul mercato ETS UE potrebbe raddoppiare nel prossimo decennio. Uno scossone alla macchina comunitaria del ‘cap and trade’ che deriverebbe dai nuovi e più ambiziosi obiettivi climatici. L’analisi è stata commissionata dall’esecutivo europeo per comprendere come ciascuno Stato membro debba tradurre in pratica la decisione comunitaria di tagliare le emissioni del 55% rispetto ai livelli del 1990. E il perno della questione è il prezzo delle quote dell’ETS.

Secondo la Direttiva UE 218/410, ogni impianto produttivo dell’eurozona deve compensare annualmente le proprie emissioni di gas serra acquistando delle quote per ogni tonnellata di CO2 prodotta. Per far sì che le aziende emettano di meno, il mercato ETS si dovrebbe attestare su un prezzo del carbonio sufficientemente alto, in grado di fungere da deterrente per chi inquina. E rendere più conveniente investire in tecnologie più pulite.

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Stando allo studio, i principali scenari di policy analizzati con cui si raggiungono i nuovi obiettivi climatici potrebbero portare nel 2030 a un prezzo del carbonio in Europa che oscilla tra i 32 e i 44 euro, misurati ai prezzi del 2015. Se agganciati ai prezzi del 2030, supponendo un tasso di inflazione del 2% annuo nei tre lustri 2015-2030, la parte più alta della forchetta dovrebbe sfiorare i 59 euro. Praticamente il doppio del valore a cui sono scambiate oggi le quote ETS, cioè circa 30 euro per tonnellata questa settimana.

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Per rendere concreti questi scenari, l’euroblocco dovrà cambiare alcuni parametri fondamentali del mercato ETS. L’analisi ha confermato molte delle previsioni avanzate negli ultimi mesi. Il tetto di quote disponibili dovrebbe calare più rapidamente di quanto è finora stato pianificato. E nuovi settori dovrebbero essere aggiunti alla lista attuale dell’ETS, tra cui i trasporti marittimi e, probabilmente, anche edilizia e le altre tipologie di trasporto. Ad oggi ne fanno parte 11.000 impianti ad alto consumo di energia (di cui 1.200 italiani) e le compagnie aeree.

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