L’effetto Covid-19 sul mercato energetico europeo
(Rinnovabili.it) – La crisi del Covid-19 e le misure di contrasto applicate dai governi UE hanno avuto un impatto incredibile sul mercato energetico europeo. Il fatto è oramai abbastanza noto, ma la Commissione Europea aggiunge oggi nuovi dati e dettagli attraverso la sua analisi trimestrale. Il rapporto analizza i principali fattori alla base dell’evoluzione dei prezzi e dei volumi per gas ed elettricità nei mesi di aprile, maggio e giugno 2020, ossia durante il primo picco pandemico in Europa. Il principale dato che emerge è ovviamente la forte contrazione dei consumi: -10% per il gas naturale e -11% per l’elettricità. “Il confronto con il secondo trimestre del 2019 – spiega l’esecutivo – mostra anche il profondo impatto sull’intera economia, con un calo del PIL del 14%”.
Ma non tutti i segni meno sono indice di trend “negativi”. L’analisi del mercato energetico europeo rivela anche come il mix di produzione si sia rapidamente adattato alla nuova e straordinaria situazione. I ridotti consumi, unitamente all’aumento stagionale della generazione fotovoltaica hanno contribuito a spingere in alto le fonti rinnovabili. Nel secondo trimestre 2020, le green energy hanno coperto ben il 43% del mix energetico UE. Un record assoluto.
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Il rapporto del mercato elettrico europeo
Entrando nel dettaglio, il settore dell’energia elettrica è quello che ha ricevuto lo scossone più ampio. La domanda è calata dell’11% e i prezzi all’ingrosso sono diminuiti del 30-50%. Ma a fare la differenza è stato il sali e scendi delle varie fonti. “I combustibili fossili sono stati i principali perdenti di questo shock della domanda e questo ha coinciso con un aumento della generazione solare, nella misura in cui il fotovoltaico ha rappresentato il 9% del mix energetico dell’UE27″, aggiunge Bruxelles.
A soffrirne è stato soprattutto il carbone, che da tempo ormai vivere una situazione precaria nel Vecchio Continente; la sua produzione termoelettrica è scesa del 34% su base annua (-32 TWh). Anche il gas ha subito perdite (-13 TWh) e il nucleare ha fatto registrare un netto calo del 17% su base annua (-30 TWh). Grazie alla ripresa dell’idroelettrico e al maggior contributo solare, le fonti rinnovabili hanno festeggiato un altro trimestre di successo, espandendosi di 11 TWh su base annua; e raggiungendo una quota del 43% nel mix.
Dati che trovano conferma anche nei trend nazionali. Secondo le informazioni fornite da Terna In Italia a marzo 2020, le green energy hanno fornito il 44,8% della produzione nazionale, rispetto il 38,4% di marzo 2019 (leggi anche Sistema elettrico italiano, il Covid-19 ha testato la sua resilienza).
Questa rinnovata proporzione tra rinnovabili e fossili ha ridotto l’impronta di carbonio del mercato energetico europeo. Le emissioni associate alla generazione elettrica nell’UE27 sono scese del 25% su base annua nel secondo trimestre del 2020. Il documento aggiunge anche il dato su veicoli elettrici, che nel periodo in questione hanno conquistato una fetta di mercato record: ben 7,2% rispetto il 2,4% del secondo trimestre del 2019). “Ciò si confronta con una quota di veicoli elettrici del 4,3% in Cina e dell’1,4% osservata negli Stati Uniti durante lo stesso periodo”.
Il rapporto sul mercato europeo del gas
Tra tensioni e impatti della pandemia (diretti e non), il settore ha passato un periodo difficile. Il crollo dei consumi legato alla sospensione di tante attività economiche, ha portato a un calo del 10% nella domanda UE da maggio a giugno. In alcuni Stati membri, il taglio ha toccato addirittura il 30% ad aprile 2020. Nel contempo i prezzi all’ingrosso sono diminuiti del 50-60% nel confronto anno su anno, ma la nuova economicità non è bastata a favorirlo nella produzione elettrica, a causa dell’abbondanza delle rinnovabili.
“In un contesto di bassa domanda di gas nell’UE, – spiega la Commissione europea – i prezzi all’ingrosso del gas su alcuni hub sono scesi al di sotto dei loro omologhi statunitensi a maggio, con l’annullamento di alcune spedizioni di GNL. I prezzi al dettaglio per un cliente industriale medio sono diminuiti dell’11% nel secondo trimestre del 2020 su base annua e anche i clienti domestici hanno beneficiato di prezzi inferiori nella maggior parte delle capitali dell’UE”.
Leggi qui le analisi del marcato energetico europeo