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Mercato energetico europeo, le fer battono le fossili ma i prezzi scottano

La Commissione europea pubblica i rapporti sul mercato elettrico e del gas per il secondo trimestre 2022. Consumi di gas calati drasticamente in risposta al caro prezzi

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Foto da Pixabay

I trend del mercato energetico europeo per aprile, maggio e giugno 2022

(Rinnovabili.it) – Non è un momento facile per il mercato energetico europeo. Il caro prezzi innescatosi nel 2021 con la ripresa economica dalla pandemia, si è acuito a inizio 2022 con la guerra della Russia all’Ucraina, per viaggiare su ripide montagne russe ad ogni botta e risposta politica. Ed è così che dopo i picchi storici di marzo, i prezzi spot giornalieri del gas sono scesi rimanendo relativamente stabili ad aprile e maggio. Per poi tornare a crescere a giugno con l’interruzione delle forniture da parte di Gazprom ad alcuni paesi dell’UE. E nessuno Stato membro, al di là del mix energetico, ha potuto evitare gli impatti. L’andamento del mercato energetico europeo è raccontato nell’aggiornamento trimestrale della Commissione UE. Due rapporti, uno per il gas l’altro per l’elettricità, che seguono da vicino i trend degli approvvigionamenti, della produzione interna e dei consumi nel Blocco.

Il mercato del gas

Il rapporto di aggiornamento quantifica le diminuzioni nell’import di gas russo per il secondo trimestre del 2022 attraverso tutte le rotte di transito. Nel dettaglio, i confronti anno su anno hanno mostrato un incredibile calo del 90% sulla pipeline che attraversa la Bielorussia, ma anche sul Nord Stream (-12%), via Ucraina (-51%) e via TurkStream (-14%). 

Includendo i dati di luglio e agosto, il rapporto rileva che per importazioni UE del carburante russo una flessione di 43 miliardi di metri cubi via gasdotto nei primi otto mesi dell’anno. Allo stesso tempo, quelle di GNL (ovviamente non russo) sono aumentate di 28 miliardi di metri cubi e gli altri gasdotti collegati all’Europa hanno aumentato i flussi 17 miliardi di metri cubi.

La stretta alle forniture ha avuto un chiaro impatto sui prezzi dei contratti gas europei. Nel secondo trimestre 2022, i prezzi spot olandesi del Title Transfer Facility si sono rivelati più cari rispetto ai contratti di importazione. “Senza TTF, il differenziale di prezzo sarebbe solo leggermente aumentato, da 55 €/MWh a 57 €/MWh tra marzo e giugno 2022, tuttavia, ad aprile-maggio 2022 ha raggiunto 88-95 €/MWh, il che implica livelli di prezzo elevati e volatili di solito amplificano le differenze tra contratti di importazione di gas a prezzi diversi”.

Il caro energia ha avuto un effetto diretto sulla domanda. Il consumo di gas nell’UE è diminuito drasticamente del 16% (-13,9 miliardi di metri cubi) su base annua, attestandosi a 71 miliardi di metri cubi. In calo anche la domanda di gas nella produzione di energia elettrica, con un meno 7% (-8,1 TWh). 

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Mercato dell’energia elettrica

Il report sul mercato energetico europeo ricorda che poiché il gas è il combustibile marginale utilizzato nella fissazione dei prezzi all’ingrosso dell’elettricità UE, i suoi rincari hanno trascinato in alto il costo elettrico ovunque. Non risparmiando neppure paesi ad alta vocazione nucleare come la Francia. L’European Power Benchmark ha registrato una media di 191 €/MWh nel secondo trimestre del 2022. Vale a dire il 181% in più rispetto allo stesso periodo del 2021.

Nel contempo, le fonti rinnovabili hanno aumentato il proprio peso nel mix elettrico ottenendo una quota del 43% contro il 36% delle fonti fossili. Non solo. La generazione pulita ha migliorato la propria produzione del 2% (+5 TWh) anno su anno. Ciò è stato il risultato di un aumento del 24% della produzione solare (+13 TWh), del 10% dell’eolico onshore (+7 TWh) e dell’11% dell’eolico offshore (+1 TWh) che hanno più che compensato il calo del 16% dell’idroelettrico (- 15 TWh). La produzione nucleare è rimasta sotto pressione a causa di interruzioni non pianificate e manutenzioni programmate in Francia, diminuendo la sua produzione del 17% (-27 TWh) nel secondo trimestre del 2022.