Il mercato delle riassicurazioni influenza la fattibilità economica dei nuovi progetti oil&gas
(Rinnovabili.it) – Swiss Re non garantirà più copertura ai combustibili fossili. Il secondo reinsurer al mondo ha annunciato ieri un percorso rapido per interrompere i suoi servizi verso asset e progetti legati agli idrocarburi. Le prime mosse arriveranno a stretto giro: già quest’anno, l’ente non assicurerà più nuovi progetti di petrolio e gas. Un terremoto da non sottovalutare nel mercato delle riassicurazioni, che promette di lasciare le fonti fossili senza polizze. Rendendo ancora più costoso costruire nuovi impianti, infrastrutture e pozzi.
Oggi il ruolo del settore assicurativo è fondamentale per tenere a galla i progetti che riguardano le fossili meno competitive, come il carbone. Ma il mercato delle riassicurazioni – le polizze siglate dalle compagnie assicurative stesse – è cruciale anche nel facilitare lo sviluppo del petrolio e soprattutto del gas fossile.
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Dal 2022, Swiss Re ha annunciato che non garantirà più la copertura assicurativa per nuovi progetti legati alle fossili. Con una sola eccezione: l’ok arriverà ancora per quelle compagnie che hanno un piano per la neutralità di carbonio allineato con le evidenze scientifiche e verificato da enti di controllo indipendenti.
Sempre da quest’anno, la compagnia assicurativa non fornirà più servizi alle aziende o ai progetti fossili che hanno più del 10% della loro produzione nell’Artico. Anche qui c’è un’eccezione, per i soli produttori norvegesi.
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Nel rapporto di sostenibilità appena pubblicato, Swiss Re promette poi che, entro il 2025, metà delle polizze attive su petrolio e gas saranno legate a compagnie che hanno piani validi per diventare net-zero entro metà secolo. Entro la fine di questo decennio, il reinsurer promette di arrivare al 100%.
“Swiss Re è uno dei gestori di rischio finale globali e la politica che ha pubblicato oggi invia un forte messaggio alle compagnie di combustibili fossili, agli investitori e ai governi: le operazioni di petrolio e gas devono essere gradualmente eliminate in conformità con la scienza del clima o potrebbero diventare non assicurabili entro la fine del decennio”, commenta il coordinatore della campagna Insure Our Future, Peter Bosshard.