L’analisi del mercato del gas nella Newsletter del GME
Si prospetta un 2025 complesso per il mercato del gas in Europa e per i suoi effetti sul settore elettrico. Nonostante l’Unione Europea abbia cercato di trasmettere un certo senso di sicurezza rispetto alle preoccupazioni suscitate dallo stop del gas russo in Ucraina, le dinamiche in atto richiedono attenzione. Sia sotto il profilo degli approvvigionamenti che dei prezzi.
E mentre diverse associazioni di settore mettono in guardia contro un nuovo caro bollette 2025, sull’ultima newsletter del Gestore dei Mercato Energetici (GME), Gian Paolo Repetto di Ricerche Industriali ed Energetiche (RIE) lancia uno sguardo sull’anno appena iniziato per individuare i fattori chiave da tenere d’occhio.
Ma prima di capire di cosa aspetta il mercato del gas in Europa nel 2025, vediamo gli ultimi dati disponibili per il 2024 in Italia.
I mercati energetici italiani
Nello stesso invio il GME fornisce una panoramica su prezzi, volumi e consumi per il contesto nazionale.
Lato gas quello che emerge è una nuova diminuzione dei prezzi rispetto ai livelli record del 2022. Nel dettaglio la quotazione del gas naturale al Punto di Scambio Virtuale nazionale (PSV) ha toccato una media 36,6 €/MWh (-6,5 €/ MWh sul 2023). Tuttavia la dinamica ribassista ha riguardato solo i primi cinque mesi dell’anno per lasciare poi il passo ad una graduale ripresa. Si è passati così da un minimo mensile di 27,8 €/MWh a febbraio 2024, ad un massimo di 48,3 €/MWh a dicembre 2024. Con un trend simile a quello dei principali hub europei e in particolare del TTF.
In corrispondenza del calo del prezzo del gas si è registrata una variazione al ribasso anche nel prezzo di acquisto dell’energia elettrica (PUN Index GME) sul Mercato del Giorno Prima (MGP). Il valore medio del 2024 è 108,52 €/MWh, risultato su cui ha influito anche un aumento delle vendite di fonti rinnovabili.
Ma da cosa dipendono i nuovi rialzi nel gas?
Come spiega l’analista RIE sono diversi i fattori entrati in gioco a partire dalla fine dell’accordo di transito del gas russo in Ucraina e un maggior ricorso agli stoccaggi. Sul mercato pesa anche “il ritardo nell’entrata in funzione di nuovi liquefattori (soprattutto in USA) che, insieme a blocchi in alcuni punti di transito (Panama, Suez), hanno continuato a mantenere corto il mercato mondiale del GNL”. Il tutto in un contesto geopolitico internazionale che fornisce poche certezze.
Mercato del gas in europa, i fattori chiave
Veniamo dunque al 2025. Per Repetto sono da tenere d’occhio essenzialmente due aspetti: l’andamento meteorologico (che può determinare effetti sia sulla domanda che sull’offerta) e le nuove alternative che l’Europa metterà in campo per sostituire il flusso russo.
“Si tratta di due elementi che, in un contesto di limitata flessibilità verso l’alto delle importazioni dai gasdotti, possono comportare un più ampio ricorso a […] strumenti di flessibilità del mercato europeo: crescita dei prelievi da stoccaggio con conseguente necessità di ingenti iniezioni nei siti nell’estate del 2025, maggiore ricorso alle importazioni di GNL, che, in un mercato ancora corto, porterebbe a prezzi più elevati per attrarre in Europa carichi aggiuntivi. Nel medio-lungo termine molto dipenderà dai ritmi con cui la nuova capacità di liquefazione programmata si renderà disponibile”.
Al momento sul mercato c’è grande attesa per l’incremento degli impianti di liquefazione del gas in USA, Canada, Messico e Africa. “L’analisi dei prezzi attuali dei futures sul mercato riflette questa attesa. I prodotti mensili a termine mostrano un calo soprattutto a partire dalle scadenze dell’estate e del prossimo autunno, riduzione che diventa via via più sensibile per quelle del 2026. I prodotti annuali “Calendar” al TTF indicano attualmente i seguenti valori, a scendere per i diversi anni successivi: Cal 26 pari a 39,5 €/MWh, Cal 27 a 31,5 €/MWh, Cal 28 a 26,3 €/MWh”.