Il quadro di regole sui sistemi di scambio di crediti previsti dall’articolo 6.4 dell’Accordo di Parigi è stato approvato a livello di tecnici a Baku. Il mese prossimo, durante la Cop29, è atteso il via libera definitivo dalle controparti politiche
Una valutazione del rischio condotta da esperti indipendenti e metodologie di calcolo più credibili. Sono i punti principali del nuovo quadro che dovrebbe sostenere i mercati volontari del carbonio previsti dall’articolo 6.4 dell’Accordo di Parigi. L’accordo sull’impalcatura dietro i cosiddetti “voluntary carbon market” arriva a un mese dall’inizio della Cop29 di Baku. A raggiungerlo sono stati i negoziatori tecnici. Al summit del mese prossimo le controparti politiche dovranno dare il via libera prima dell’entrata in vigore di uno degli aspetti più controversi del Paris Agreement.
L’intero articolo 6 dell’Accordo di Parigi è dedicato a meccanismi per la cooperazione tra stati e altri enti verso l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra e riguarda principalmente i mercati del carbonio. L’articolo istituisce un ambito di “cooperazione volontaria” e definisce due tipi di mercati del carbonio: quelli con scambi bilaterali (articolo 6.2) e il mercato globale del carbonio con scambi multilaterali (articolo 6.4).
Si tratta di uno degli articoli più discussi. Nel 2015 il testo del Paris Agreement lasciava da definire molti particolari indispensabili per istituire davvero e far funzionare questi meccanismi. Difficoltà tecniche e interessi politici hanno rallentato il processo. Ancora l’anno scorso, le posizioni di Stati Uniti ed Europa, ad esempio, erano su sponde opposte. Washington premeva per un articolo 6.4 con poche regole, Bruxelles voleva un quadro più sicuro a costo di aumentare la complessità del sistema di scambio dei crediti.
Mercati volontari del carbonio: le novità decise a Baku
La scorsa settimana è arrivata una svolta che potrebbe superare le divergenze politiche. A Baku, l’ultima riunione tecnica tra le parti ha dato fumata bianca. È stato approvato il framework per il funzionamento dei mercati volontari del carbonio. Cosa prevede?
Tra i punti più delicati, il quadro votato in Azerbaijan prevede:
- un meccanismo che assicuri maggior tutela dei diritti umani e dell’ambiente: ogni nuovo progetto che vuole poter generare crediti da scambiare sul mercato volontario del carbonio deve presentare una valutazione del rischio indipendente, che valuti 11 ambiti diversi (dall’acqua alle popolazioni indigene);
- un meccanismo che assicura più coerenza con gli obiettivi internazionali di sviluppo: ogni nuovo progetto deve chiarire come contribuisce al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (come la fine della povertà), oltre all’obiettivo primario di ridurre le emissioni di gas serra.
Questo nuovo meccanismo, il Sustainable Development Tool, sostituirebbe quello oggi in vigore, il Clean Development Mechanism, molto criticato perché non in grado di assicurare l’effettiva utilità per il clima dei progetti certificati né l’assenza di effetti collaterali di qualsiasi tipo. Il Tool approvato la scorsa settimana si applicherebbe anche ai progetti esistenti, in caso si volesse traghettare i loro crediti nel nuovo sistema Onu.
L’approccio scelto è vicino a quello più “agile” preferito dagli Stati Uniti. Sono però presenti delle clausole e dei meccanismi di revisione del quadro ogni 18 mesi che permetterebbero di modificare le regole e renderle più stringenti in un secondo momento.