Le nuove statistiche sui mercati energetici europei 2019
(Rinnovabili.it) – Cresce la concorrenza e il decentramento dei poteri nei mercati energetici europei. A rivelarlo sono oggi i nuovi dati di Eurostat, l’ufficio statistico della Commissione Europea. Gli indicatori mostrano un calo progressivo dal 2007 al 2019 delle quote mercato dei maggiori produttori di elettricità e gas nell’Unione. Ovviamente per ogni Stato membro il quadro è differente, ma complessivamente il trend punta verso la parte bassa del grafico.
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A livello elettrico vi è forse la maggiore varietà nei mercati energetici europei. Nel 2019, la situazione meno concorrenziale è stata registrata a Cipro dove un’unica società elettrica dominava la produzione nazionale di elettricità. Seguono Lettonia e Croazia, dove il rispettivo più grande produttore nazionale detiene l’86% e l’80% del mercato. All’altro estremo della scala, si trovano Lussemburgo (il maggior produttore elettrico detiene una quota del 18%), Finlandia (16%) e Polonia (12%).
La situazione attuale è frutto di continui cambiamenti, ma non per tutti si è tratta di un decentramento del mercato. Se infatti nella maggior parte degli Stati membri si è andato verso una riduzione delle quote (il cambiamento più grande si è registrato a Malta), in altri si è registrato il processo opposto. I più grandi produttori elettrici di Romania e Lettonia sono cresciuti rispettivamente di 4,3 e 0,3 punti percentuali.
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Sul fronte dell’importazione e la produzione di gas naturale, la quota di mercato maggiore nel 2019 (misurata come quota della produzione nazionale interna dell’UE) è stata del 100% in Estonia, Finlandia e Svezia, dove un unica società dominava l’intero settore nazionale.
Al contrario, la più grande società di importazione e produzione di gas naturale con il livello più basso di penetrazione del mercato appartiene a Irlanda (30%) e Belgio (31%). Rispetto al 2007, la quota di mercato della più grande società del gas naturale è diminuita in 13 Stati membri nel 2019. Nel frattempo, la quota è rimasta stabile in Finlandia e Svezia (al 100%), mentre è aumentata in Irlanda (1,8 punti percentuali), Lituania (19,6 pp) ed Estonia (21,0pp).