di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – Il cemento abusivo e la pesca di frodo “continuano a spadroneggiare” lungo le coste italiane. Lo dice Legambiente – illustrando i dati del dossier “Mare Monstrum” elaborato su dati di forze dell’ordine e Capitanerie di porto – indicando tuttavia una “leggera flessione nel 2020 (-5,8% rispetto al 2019) nel numero complessivo di illeciti ai danni del patrimonio marino e costiero (22.248 quelli accertati, una media di 61 al giorno, 2,5 ogni ora)” con “il virus ecocriminale” che “non allenta la sua morsa”.
La maggiore concentrazione di reati, secondo il dossier, è tra Campania, Sicilia, Puglia, Lazio e Calabria. Cresce il numero di persone denunciate e arrestate e quello dei sequestri mentre diminuiscono i reati legati al ciclo dei rifiuti e all’inquinamento. Nel dettaglio, il rapporto indica in cima alla classifica del mare illegale 2020, il ciclo del cemento, rimasto su valori assoluti altissimi (il 42,9% dei reati accertati).
Migliori notizie sul fronte degli illeciti legati al ciclo dei rifiuti e all’inquinamento marino, diminuiti dell’11,6% per l’impatto del lungo periodo di lockdown sulle attività economiche, anche se i quasi 7mila reati accertati nel settore, più di 19 al giorno, pesano sul totale nazionale per il 31%. Balzo in avanti per la pesca di frodo (il 23,3% dei reati accertati) che ha cercato di “approfittare” della pandemia, come dimostra il numero impressionante di sequestri effettuati: 3.414 contro i 547 del 2019, dagli attrezzi usati illegalmente in mare alle tonnellate di prodotti ittici requisiti.
Cresce, in generale, il numero di persone arrestate e denunciate per aggressioni alle coste e ai mari italiani, 24.797 (+24% rispetto al 2019), e quello dei sequestri che hanno toccato quota 8.044 (+9,9%) per un valore di 826 milioni di euro.
Intanto, le due storiche campagne di Legambiente, Goletta Verde e dei Laghi, sono pronte a salpare il 3 luglio e a solcare le acque italiane per monitorarne lo stato di salute: dalla mancata depurazione al monitoraggio delle microplastiche, “i volontari saranno protagonisti dei campionamenti delle acque in una delle più grandi operazioni di citizen science mai messe in campo” assicura la ong ambientalista.
Per numero di reati, al primo posto c’è la Campania (con 4.206 illeciti, il 18,9% di quelli registrati a livello nazionale), seguita da Sicilia, Puglia, Lazio e Calabria. Alla Campania, “raggiunta” dal Molise, va anche il primato nell’incidenza di illeciti per chilometri di costa: 9 i reati accertati per ogni km in entrambe le regioni (tre volte la media nazionale), seguite da Basilicata e Abruzzo. Dal 1999 al 2020, osserva Legambiente, “si sono registrati 378.068 illeciti, di cui 206.532 nelle sole quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, Campania, Puglia, Sicilia e Calabria, dove si è concentrato il 54,6% del totale nazionale. Un’incidenza che lo scorso anno è cresciuta, arrivando al 55,3% dei reati”.
Per quanto riguarda l’abusivismo edilizio, le ordinanze di demolizione di immobili eseguite raggiungono “appena il 24,3% nei Comuni costieri. Uno stallo che perdura ormai da troppi decenni, di fronte al quale l’associazione chiede a gran voce che della demolizione dell’abusivismo storico si occupi direttamente lo Stato, nella figura dei prefetti”.