Il 9 aprile u.s., nella quasi totale indifferenza dei media “importanti”, si è svolto un evento storico, trasmesso in diretta streaming, e cioè l’ufficializzazione di un’alleanza tra M5S e PD, ma non per un obiettivo elettorale, bensì su un argomento concretissimo, strategico, e necessariamente di lunga durata temporale, come il miglioramento dell’autonomia idrica ed energetica.
Ne abbiamo parlato con uno dei delegati dei due Partiti, Gianni Girotto, già senatore dal 2013 al 2022 e attualmente Coordinatore del Comitato Transizione ecologica e digitale del M5S, con delega all’energia.
Senatore, com’è nata questa iniziativa, e cosa vi prefiggete?
Dal punto di vista politico, il Presidente Conte da tempo ribadisce come sia auspicabile allearsi “sui temi”, quindi su progetti concreti, ed è la mia personale filosofia di vita, che ho messo nero su bianco già in tempi non sospetti, nel 2009, scrivendo nel mio blog personale che ci si deve “unire sulle cose che si hanno in comune, anzichè litigare su quelle che ci dividono”. Pertanto assieme alla collega Annalisa Corrado, che è delegata per il PD alla Conversione Ecologica, abbiamo deciso di unire le forze su questo fronte. L’obiettivo è quello di semplificare e migliorare la normativa che gestisce il settore della gestione dei bacini idrici e dei canali artificiali, per permetterne la loro ottimale operatività, integrata con produzione e stoccaggio di energia tramite il fotovoltaico galleggiante e i cosiddetti “pompaggi idroelettrici”.
A mio avviso è veramente un momento storico, perché, credo per la prima volta, uniamo le forze non per una “poltrona” elettorale, non genericamente su un argomento ampio, come potrebbero essere appunto le rinnovabili e la sovranità idrica, ma su un ben preciso problema, totalmente circoscritto e su cui vi è un’ampia conoscenza teorica e pratica di quanto serve per risolverlo.
E perché questo sarebbe strategico?
Per diversi motivi: innanzitutto ci permetterebbe di recuperare diversi miliardi di litri di acqua stoccata, le stime parlano di 6-7 miliardi di litri; questo permetterebbe maggiori risorse durante i periodi siccitosi, ma anche maggiore capacità di contenimento delle alluvioni. Inoltre installando pannelli fotovoltaici galleggianti su questi spazi che sono quasi sempre artificiali, potremmo avere a disposizione alcuni GW di potenza senza occupazione di suolo agricolo, come tra l’altro abbiamo già spiegato pubblicamente un anno fa. E poiché la grande maggioranza di acqua dolce viene utilizzata per scopi irrigui in agricoltura, ecco spiegato il grande interesse di Coldiretti e di Anbi, che già lavorano su questo percorso da anni, e con grande determinazione ci hanno affiancato quando abbiamo proposto loro di unire le forze. Aggiungo inoltre che i bacini idrici possono non solo produrre energia elettrica, ma anche funzionare da vere e proprie “batterie”, usandoli al contrario e cioè ripompando l’acqua nel bacino per il tramite di pompe, durante i periodi di sovrapproduzione di energia rinnovabile. Lavorare su questi fronti pertanto non solo ci permetterebbe di avere più acqua e più energia a basso costo, ma chiaramente postulerebbe la creazione di migliaia e migliaia di posti di lavoro, caratterizzati dal fatto di essere non solo non inquinanti, ma da usare materiali e manodopera in grandissima parte nazionali.
Un’alleanza dunque di lungo periodo, in tal senso va letta la presenza di Conte e Schlein?
Esatto, ma ribadisco è un’alleanza non basata su ipotetiche convergenze teoriche, ma su un argomento già completamente definito e realizzabile, e certamente la presenza dei due leader è assolutamente significativa a sottolineare l’importanza dell’argomento e della volontà di unire le forze sullo stesso.
Lei pertanto ritiene che questa sinergia durerà a lungo, ma allora quali saranno i prossimi passi, ed ancora, prevedete altre fronti comuni?
Se entrambe le parti manterranno coerenza se entrambe le parti manterranno gli impegni presi, allora certamente il percorso comune durerà a lungo, e si espliciterà nei prossimi mesi con la proposizione di emendamenti e/o un disegno di legge per riformare la normativa in merito ora estremamente pesante e macchinosa. Per quanto riguarda altri possibili fronti comuni, certamente sono possibili, ma personalmente vorrei per il momento consolidare la presente iniziativa, e quindi voglio sperare che sia il Presidente Prandini, che nonostante fosse al Brennero ha voluto intervenire via video, che Schlein e Conte lo pongano tra le priorità da perseguire, anche mediaticamente parlando.
Questa alleanza si ferma tra voi e PD o pensate di allargarla?
Per carità, certamente siamo apertissimi ed anzi io stesso nel mio intervento ho “chiamato a raccolta” tutti gli stakeholders del mondo reale e tutti i Partiti Politici. Direi anzi che è un bel modo per vedere chi ha veramente a cuore gli interessi della nazione; come essere infatti contrari a questo progetto?