Contando anche gli ultimi 5 mesi dell’epoca Bolsonaro, i risultati ottenuti dal nuovo presidente Lula segnano una svolta per l’arretramento della più grande foresta pluviale del Pianeta. Scomparsi 9.000 km2 di foresta in 12 mesi, -22,3% sull’anno precedente
I dati Inpe sulla deforestazione in Amazzonia tra agosto 2022 e luglio 2023
(Rinnovabili.it) – Inversione di rotta per la più grande foresta pluviale del Pianeta. Nell’ultimo anno, il tasso di deforestazione dell’Amazzonia è calato di più del 22%. L’effetto Lula è reale e segna una discontinuità netta con le politiche del suo predecessore Bolsonaro. È quanto emerge dai dati diramati dall’Inpe, l’istituto nazionale brasiliano per la ricerca spaziale che si occupa di monitorare via satellite lo stato di salute dell’Amazzonia.
Tra agosto 2022 e luglio 2023, cioè durante l’ultima stagione che ingloba ancora 5 mesi di governo Bolsonaro, la deforestazione in Amazzonia ha cancellato poco più di 9.000 km2 di foresta. Un’area grande come l’intera isola di Cipro. Ma sotto i livelli toccati durante la stagione precedente, quando le motoseghe avevano fatto sparire oltre 11.500 km2.
Deforestazione Amazzonia, ancora doppia rispetto al minimo storico
Il calo è sensibile anche se i volumi disboscati sono ancora superiori al minimo storico, i circa 4.500 km2 raggiunti nel 2012, alla fine del primo mandato di Lula. Il dato dell’Inpe riporta l’arretramento della foresta pluviale ai livelli precedenti al 2018, l’anno in cui si è insediato Bolsonaro dando il via a tentativi di deregulation, via libera ai grandi elettori con interessi nell’agribusiness, e occhi chiusi su attività illegali tra cui l’estrazione di minerali e l’espansione dei terreni adibiti a pascolo o a piantagioni intensive.
“Il messaggio per i criminali ambientali, che hanno preso le decisioni in Amazzonia negli ultimi quattro anni, è che i tempi del ‘passaggio della mandria’ sono finiti”, sottolinea l’ong brasiliana Observatorio do Clima, riferendosi all’espressione usata dall’ex ministro all’Ambiente di Bolsonaro per indicare le modifiche – peggiorative – ai regolamenti contro la deforestazione. “Le denunce di infrazione dell’Ibama [l’agenzia per la protezione ambientale del Brasile] per crimini contro la flora sono aumentate del 104%, gli embarghi sono aumentati del 31%, la distruzione di attrezzature utilizzate in attività illecite è aumentata del 41% e la strategia del sequestro del bestiame al pascolo, che ha un alto potere deterrente, è stata nuovamente utilizzata”.