Le ultime bozze del provvedimento, ancora in discussione tra i Ventisette, rilassano ulteriormente i criteri dei controlli imposti all’industria sulle possibili fuoriuscite di metano da impianti e infrastrutture
Il 19 dicembre il Consiglio Energia approverà il regolamento europeo sul metano
(Rinnovabili.it) – Il regolamento europeo sul metano rischia di perdere i pezzi prima ancora di vedere la luce. Alcuni paesi membri stanno tentando di ammorbidire gli aspetti più ‘spigolosi’ -e con più ambizione climatica- del piano che colpisce le emissioni di metano generate dall’industria dell’oil&gas. Tutto questo a poche settimane dalla nuova promessa di abbattere questi gas climalteranti annunciata durante la COP27 di Sharm el-Sheikh con i nuovi standard della Global Methane Pledge.
Modifiche, quelle in cantiere, che possono ridimensionare ulteriormente il regolamento europeo sul metano. Che era già nata debole nella versione proposta dalla Commissione a fine 2021. Il testo, infatti, non prevede obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni né affronta seriamente le emissioni prodotte dai fornitori di gas dell’Europa. Da cui, peraltro, dipende il 95% delle emissioni di CH4 legate al consumo UE.
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Le sezioni su cui alcuni paesi provano a passare il bianchetto riguardano gli obblighi di verifica dello stato degli impianti e delle infrastrutture imposti sull’industria. L’originale prevede che le compagnie debbano verificare la presenza di eventuali fuoriuscite di metano ogni 3 mesi a partire da 6 mesi dopo l’entrata in vigore del piano. La nuova versione della strategia europea sul metano, invece, dilata a 1 anno il cuscinetto prima di dover avviare i controlli e impone tempi meno stretti tra una verifica e l’altra. E differenziati a seconda del tipo di impianto.
Le pipeline sarebbero da controllare solo ogni due anni. I pozzi di petrolio e gas inattivi non sarebbero più da verificare -anche se continuano a emettere metano- mentre per le torce per flaring la tempistica passerebbe da settimanale a mensile.
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I negoziati dovrebbero concludersi il 19 dicembre, quando la proposta sul metano approderà al Consiglio Energia per l’ok finale da parte dei Ventisette. Che scontenterà chi sperava in un inasprimento dei controlli. “I ministri dell’Energia dovrebbero respingere l’attuale proposta, in quanto le misure di rilevamento e riparazione delle perdite (LDAR) sono state notevolmente indebolite e le perdite di metano a monte provenienti dalle importazioni non sono state prese in considerazione”, scrive Climate Action Network in una nota.