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Sì alle fossili del mare del Nord e al fracking, l’agenda della premier UK Liz Truss

Liz Truss: trivelle e fracking, il programma della nuova premier UK
crediti: UK Government via Flickr | CC BY-NC-ND 2.0

Liz Truss si è insediata ieri al posto di Boris Johnson

(Rinnovabili.it) – Terza donna a spostare la residenza al numero 10 di Downing Street, dopo la Lady di Ferro, Margaret Thatcher, e la meteora Theresa May. Ed è proprio alla Thatcher che si ispira apertamente Liz Truss, la nuova premier britannica che ha appena preso il posto di BoJo. Più a quella che parlò di “nuovo dogma del climate change” promosso dai “governi di sinistra” che a quella che, tra i primi, promosse degli accordi internazionali sul clima dal palco dell’Onu. Quali saranno le prime mosse della Truss sullo scottante dossier energetico? Su che binari imposterà la transizione del paese che l’anno scorso ha ospitato la COP26 promettendo -78% di emissioni entro il 2035?

Trivelle nel mare del Nord

Man mano che i costi energetici per i britannici sono aumentati nell’ultimo anno, e con più forza dopo il 24 febbraio, sempre più voci hanno fatto pressione sul governo di Londra perché sfruttasse appieno i combustibili fossili del mare del Nord. Boris Johnson finora era rimasto agnostico.

Liz Truss invece sembra aver fatto la sua scelta. A breve il nuovo esecutivo potrebbe rilasciare decine di nuove autorizzazioni per l’esplorazione e lo sfruttamento dei giacimenti al largo delle coste britanniche. Le indiscrezioni parlano di numeri che vanno da poche decine a 130 nuovi permessi. In qualsiasi caso, queste fonti fossili non aiuteranno il Regno Unito a navigare la crisi energetica. Affinché entrino in produzione, le nuove infrastrutture avranno bisogno di anni.

Via libera al fracking

Altro possibile passo di Liz Truss è quello sul fracking. Per il momento, nel Regno Unito è in vigore una moratoria sulla fratturazione idraulica. Ma un rapporto di valutazione sull’impatto di questa tecnica controversa è in mano al governo da luglio. Le sue conclusioni potrebbero permettere alla premier di riaprire i giochi, come peraltro ha annunciato più volte di voler fare. A patto che ci sia l’ok da parte delle comunità locali interessate dall’estrazione di gas e petrolio non convenzionali.

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