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L’India prepara il suo mercato del carbonio, le prime anticipazioni

Sarà obbligatorio solo per alcuni dei settori più carbon-intensive tra cui acciaio, cemento, alluminio e raffinerie. Coprirà in tutto oltre un terzo delle emissioni nazionali. Un meccanismo di controllo terrà i prezzi delle quote su valori non troppo bassi

Mercato del carbonio cinese: luce verde all’ETS più grande del mondo
Foto di jwvein da Pixabay

Nel 2026 il nuovo mercato del carbonio andrà a regime

(Rinnovabili.it) – Coprirà il 37% delle emissioni nazionali, andrà a regime nel 2026 e sarà affiancato da un fondo di stabilizzazione per evitare che i prezzi scendano troppo in basso. Sono i primi paletti resi noti sul costituendo mercato del carbonio dell’India. Il terzo inquinatore mondiale ha iniziato quest’anno a muovere i primi passi per costruire un sistema nazionale di scambio di quote di CO2, nell’ottica di rispettare la tabella di marcia annunciata l’anno scorso a Glasgow che lo dovrà condurre alla neutralità climatica entro il 2070.

Oggi il carbone copre il 44% della domanda di energia primaria del paese asiatico, il petrolio il 25% e il gas fossile il 6%. Nel 2019, solo le centrali a carbone del paese hanno introdotto in atmosfera 1,1 Gt di CO2e, quasi quattro volte le emissioni totali dell’Italia in un anno. Per tagliare l’uso di combustibili fossili, il sistema ETS in costruzione sembra essere l’unico strumento valido al momento. Sia i nuovi Contributi Nazionali Volontari sia la strategia di lungo termine definita per settore produttivo presentati nell’ultimo anno, infatti, sono vaghi o avari di dettagli.

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Secondo le prime indiscrezioni raccolte dall’agenzia Reuters, il mercato del carbonio indiano potrà contare su un fondo di stabilizzazione per evitare che il prezzo delle quote di carbonio scenda troppo. Cosa che allontanerebbe gli investitori e non darebbe abbastanza incentivi all’industria per decarbonizzare.

Il fondo sarà nelle disponibilità di un ente di regolazione del mercato, che potrà comprare quote quando i prezzi della CO2 sono troppo bassi. Insomma, uno strumento analogo per certi versi alla Market Stability Reserve introdotta nell’ETS europeo nel 2019 per sostenere i prezzi. Che ha funzionato bene.

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Il mercato del carbonio non dovrebbe coprire solo la CO2 ma anche altri cinque gas a effetto serra. E sarà obbligatorio solo per alcuni settori, circa una decina di quelli a più elevata intensità di carbonio secondo le anticipazioni, tra cui raffinerie, acciaio, alluminio e cemento.