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L’India decide lo stop centrali a carbone: saranno costruite solo quelle già in pipeline

L’indiscrezione filtrata da fonti governative allude a un emendamento della politica elettrica nazionale. I 28 GW in pipeline saranno costruiti, ma la coda non sarà allungata ulteriormente. Con lo stop indiano, la Cina resta l’ultima grande economia a puntare ancora sull’espansione del carbone

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Foto di Pixource da Pixabay

Svolta di Nuova Delhi, il cui mix elettrico dipende al 75% dal carbone

(Rinnovabili.it) – Basta nuove centrali a carbone: le ultime a venir costruite saranno quelle che sono già adesso in pipeline. Lo ha deciso l’India, uno dei paesi più dipendenti da questa fonte fossile, con una svolta importante per decarbonizzare l’economia nazionale e per dare un contributo significativo alla lotta contro la crisi climatica. Il gigante asiatico è il 4° emettitore mondiale, inquina oltre 9 volte l’Italia, e dipende dal carbone per il 75% della sua generazione elettrica. Per questo, lo stop centrali a carbone è un’inversione a U nella politica energetica di Nuova Delhi.

Lo stop centrali a carbone non cancella la coda di 28 nuovi GW

Il cambio di rotta non è ancora ufficiale ma sarebbe allo studio del governo, fanno sapere a Reuters tre funzionari anonimi del governo indiano. “Dopo mesi di riflessioni, siamo giunti alla conclusione che non abbiamo bisogno di nuove aggiunte di carbone oltre a quelle già in programma”, ha dichiarato una delle tre fonti governative.

Se l’emendamento alla National Electricity Policy (NEP) sarà confermato, per l’India si apre una fase nuova. Lo stop alle centrali a carbone però non impatterà sugli impianti oggi già in costruzione o che hanno ricevuto l’ok dal governo. Si tratta di circa 28 nuovi GW di capacità installata che dovrebbero in ogni caso vedere la luce. Anche se, come rilevava un recente rapporto del think tank Ember, circa 27GW di centrali a carbone proposte in fase di pre-costruzione in India potrebbero già essere in eccesso rispetto al fabbisogno e quindi diventare impianti “zombie”.

Ci sono poi effetti indiretti all’estero. Soprattutto sulla Cina. Senza la “sponda” di Nuova Delhi, Pechino resta l’unica grande economia mondiale a fare ancora affidamento sul potenziamento della flotta a carbone nei prossimi anni. Solo in Cina, la coda di impianti vale 250 GW, il 72% del totale mondiale, calcolava a marzo un rapporto di E3G.