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L’idrogeno nucleare fa saltare l’intesa UE sulla diplomazia climatica

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Nuovo braccio di ferro sulla diplomazia climatica UE

(Rinnovabili.it) – Mancano poco più di 8 mesi alla COP28 sui cambiamenti climatici di Dubai, ma l’intesa europea sul ruolo dell’UE all’interno dei prossimi negoziati non sembra così salda. A minacciare la visione unitaria sembrerebbe essere uno dei temi energetici attualmente più dividenti: “l’idrogeno nucleare“. Stando a quanto riferito in queste ore dalla Reuters, infatti, l’ultimo Consiglio degli Affari Esteri, tenutosi ieri a Bruxelles, non è riuscito ad adottare le nuove conclusioni sulla Diplomazia climatica ed energetica proprio a causa dei contrasti interni sull’atomo.

Si tratta di una questione non da poco. Il testo costituirebbe una sorta di aggiornamento della “Diplomazia climatica dell’UE: accelerare l’attuazione dei risultati di Glasgow”, adottata dal Consiglio dell’Unione Europa a febbraio 2022 dopo la COP26 sui cambiamenti climatici. Il documento 2022 sottolineava l’importanza del coinvolgimento dell’UE nei confronti dei paesi terzi per accelerare l’attuazione dei risultati del Vertice ONU. Stabiliva inoltre che Unione e Stati membri, in un approccio congiunto di Team Europa, si impegnassero con i partner di tutto il mondo per affrontare le sfide legate a tale attuazione, continuando a fornire un’offerta sostenibile, verde e positiva per lo sviluppo “di un’infrastruttura digitale  energetica e resiliente ai cambiamenti climatici affidabile”. E promuovendo l’abbandono del carbone e i finanziamenti ai combustibili fossili.

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Idrogeno nucleare o verde?

Ma da febbraio a oggi la situazione è notevolmente cambiata. Dopo la COP 27 di Sharm el-Sheikh nel novembre 2022 e l’impatto della guerra russa contro l’Ucraina, ha richiesto un aggiornamento delle priorità diplomatiche dell’UE. In realtà il nuovo testo sarebbe stato approvato quasi nella sua interezza e i funzionari europei sono fiduciosi di portare a casa un accordo nei prossimi giorni.

Il nodo da sciogliere rimane quello legato al ruolo dell’energia nucleare che ha inevitabilmente spaccato il Blocco. Per la precisione il problema riguarderebbe la decisione di inserire o meno nel testo delle conclusioni un’esplicita promozione dell‘idrogeno a basse emissioni di carbonio – il cui rappresentante numero uno è l’H2 ottenuto da elettricità delle centrali nucleari – o concentrarsi unicamente su quello verde. Da un lato della barricata c’è naturalmente la Francia che assieme ad altri paesi sta chiedono politiche comunitarie che ne promuovano il contributo nelle strategie di decarbonizzazione; dall’altro, Stati membri come Germania e Spagna che ritengono che l’energia dell’atomo possa indebolire e deviare l’impegno per far crescere le energie rinnovabili.

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