Le nuove norme sono state adottate questa settimana dalla commissione Industria dell'Europarlamento con una serie di emendamenti. Ampliata la lista di tecnologie a zero emissioni nette, rimuovendo la definizione di "strategiche"
(Rinnovabili.it) – Anche le tecnologie del nucleare devono essere inserite tra quelle chiave per rafforzano la competitività industriale e la resilienza del sistema energetico dell’UE. A chiederlo è stavolta l’Europarlamento che tramite la sua commissione Industria ha approvato questa settimana la Legge sull’industria a zero emissioni (Net-Zero industry act). Con 43 voti favorevoli, 12 contrari e 3 astensioni i deputati hanno adottato la propria posizione, introducendo alcuni emendamenti alla bozza licenziata dall’Esecutivo lo scorso 16 marzo. Modifiche che, in alcuni casi, creano qualche perplessità ma che riflettono a pieno le grandi battaglie sul piano energetico combattute in questi mesi dagli Stati membri.
Legge sull’industria a zero emissioni, cos’è?
La Legge sull’Industria a zero emissioni, figlia del piano industriale del Green Deal, è un’iniziativa comunitaria che mira ad aumentare nei confini UE la competitività e volumi produttivi per le principali tecnologie della transizione energetica. Nella pratica l’atto dovrà in qualche modo fare quello che sta facendo l’Inflation Reduction Act (IRA) negli Stati Uniti: attirare investimenti, aumentare l’accesso al mercato e migliorare le condizioni generali. Puntando ad un obiettivo ben preciso, ossia riuscire a produrre internamente almeno il 40% di tecnologie a zero emissioni necessarie al 2030 sulla base dei PNIEC europei. E a catturare il 25% del valore del mercato globale per queste tecnologie.
Una mossa che permetterà all’Unione non solo di procedere spedita nel suo percorso di decarbonizzazione, ma anche di ridurre la pesante dipendenza dall’estero, in termini di materie prime, componenti intermedi e prodotti finiti. Inoltre rafforzerà la resilienza industriale e creerà nuovi posti di lavoro.
Tecnologie pulite strategiche e non
Ma quali sono le tecnologie pulite chiave per la transizione energetica UE? Secondo il testo della Commissione europea rientrano nella lista fotovoltaico, solare termico, eolico, tecnologie dell’idrogeno, biogas/biometano, sistemi di accumulo energetico, tecnologie di cattura del carbonio, pompe di calore e tecnologie di rete. Per questo gruppo, la legge sull’industria zero emissioni prevede che vengano individuati i progetti prioritari, ridotti gli oneri amministrativi, semplificate le procedure di autorizzazione e create accademie delle competenze. Ma soprattutto l’UE lavorerà per attirare investimenti attraverso la piattaforma “Europa a zero emissioni nette”.
L’esecutivo europeo ha previsto anche sostegni anche per altre tecnologie definite sulla carta “pulite” ma non strategiche, ad esempio quelle per i combustibili alternativi sostenibili, le tecnologie avanzate per produrre energia da processi nucleari con una quantità minima di rifiuti del ciclo del combustibile, i piccoli reattori modulari e i relativi combustibili. Una differenziazione che ha conseguenze precise. Ad esempio l’Atto prevede che per i progetti strategici, la durata della procedura di rilascio delle autorizzazioni non superi i 12 mesi per le fabbriche con una produzione annua superiore a 1 GW e 9 mesi per quelle con una produzione annua inferiore a 1 GW. Per tutti gli altri, la durata della procedura di rilascio delle autorizzazioni non dovrebbe superare 18 mesi (fabbriche sopra 1 GW) e 12 mesi (sotto 1 GW).
Ed è proprio su questo scarto di priorità che si concentra una delle modifiche introdotte dal Parlamento.
Net-Zero industry act, cosa chiede Strasburgo?
Nei loro emendamenti, i deputati europei hanno ampliato la portata del progetto di legislazione per comprendere l’intera catena di approvvigionamento, compresi componenti, materiali e macchinari per la produzione delle tecnologie. Hanno inoltre proposto un elenco più ampio e completo di tecnologie da coprire, da aggiornare periodicamente, che tuttavia rimuove la distinzione tra strategiche e non (nonostante rimanga quella a livello di progetto). In particolare, hanno incluso le tecnologie di fissione e fusione nucleare, i carburanti sostenibili per l’aviazione (SAF) e tecnologie industriali specifiche.
E ancora: i parlamentari hanno fissato una tempistica compresa tra 9 e 12 mesi per i progetti regolari e tra 6 e 9 mesi per i progetti strategici. E proposto la creazione di iniziative “Net-Zero Industry Valleys“, accelerando il processo di autorizzazione tramite delega della raccolta di prove di valutazione ambientale agli Stati membri.
La legislazione destinerebbe finanziamenti dalle entrate nazionali del sistema di scambio di quote di emissioni (ETS) e per la maggior parte dei progetti strategici attraverso la piattaforma tecnologica strategica per l’Europa (STEP), un “passo” verso un fondo sovrano europeo, affermano i deputati. La legge Industria zero emissioni sarà sottoposta al voto dell’Assemblea plenaria nel corso della sessione plenaria del 20-23 novembre a Strasburgo. Una volta che sia il Parlamento che il Consiglio avranno adottato le loro posizioni, potranno iniziare i colloqui sulla forma finale dell’Atto.