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Legge sul clima UE: Bruxelles pronta a cedere alla Polonia su tutta la linea

Legge sul clima UE
credits: Robert Fotograf da Pixabay

Il portale Euractiv anticipa le conclusioni del vertice UE

(Rinnovabili.it) – Salvare la faccia alla vigilia del Climate Ambition Summit di sabato 12 dicembre. E rinviare tutti i nodi più difficili da sciogliere ai prossimi mesi, quando bisognerà mettere nero su bianco i dettagli della legge sul clima UE. E’ la soluzione di ripiego che si è fatta strada al Consiglio europeo che, tra oggi e domani, deve decidere sui nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni dei Ventisette.

Un percorso a ostacoli, soprattutto per l’opposizione di Polonia, Repubblica Ceca, Bulgaria e altri paesi dell’Europa orientale. Da quando la Commissione ha proposto nuovi obiettivi più ambiziosi, con un taglio delle emissioni del 55% sui livelli del 1990 entro il 2030 (rispetto al 40% precedente), Varsavia e altre capitali dell’est sono salite sulle barricate.

E sono riuscite a strappare via via una serie di concessioni che hanno annacquato le ambizioni iniziali, creato scappatoie per i paesi inadempienti e posto le basi per rallentare la transizione ecologica dell’UE. Prima prendendo tempo e chiedendo un’analisi costi-benefici con un livello di dettaglio alto, paese per paese e settore per settore. Poi chiedendo che il target del 55% fosse da raggiungere ‘collettivamente’, e non valido per ciascun singolo Stato.

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Infine, tirando la corda all’inverosimile con la saldatura del dossier climatico con la partita sul budget europeo. Le economie di questi paesi, infatti, sono più ancorate alle fossili rispetto a quelle dell’Europa occidentale. Perciò la Polonia e i suoi compagni di strada temono di pagare un prezzo troppo alto.

E alla fine hanno ottenuto quanto volevano. Anche perché Bruxelles rischia di arrivare all’appuntamento del Climate Ambition Summit di sabato senza un nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni. In mano avrebbe solo la carta della promessa della neutralità climatica entro il 2050. Troppo poco per un continente che aspira a esprimere la leadership climatica. E uno smacco rispetto a quella Gran Bretagna che, a 3 settimane dalla Brexit, organizza il summit e ha presentato obiettivi ben più ambiziosi (-68%) e piani dettagliati.

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La bozza di conclusioni del Consiglio europeo, vista dal portale Euractiv, lascia pochi dubbi. Per placare la Polonia, si fa ampio riferimento a “equità e solidarietà” nel raggiungimento degli obiettivi climatici dell’UE, affermando che “l’obiettivo sarà raggiunto collettivamente dall’UE nel modo più conveniente possibile”. Non solo: il target “deve essere raggiunto in un modo che preservi la competitività dell’UE e tenga conto dei diversi punti di partenza degli Stati membri e delle circostanze nazionali specifiche”. Cioè secondo gli esiti dell’analisi costi-benefici. Che verrà ultimata nelle prossime settimane.

Tutto rimandato ai prossimi mesi, e alla formulazione della legge sul clima UE. Anche per i passaggi più spinosi. La bozza infatti riconosce “il diritto degli Stati membri di decidere sul proprio mix energetico e di scegliere le tecnologie più appropriate”. Che significa dare il via libera a nucleare e gas naturale in sostituzione del carbone.

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