Trapelata l’ultima bozza di accordo per la legge sul clima UE
(Rinnovabili.it) – Bruxelles non è riuscita ad arrivare integra neppure al secondo round (negoziale): Polonia, Bulgaria e altri paesi dell’est Europa l’hanno messa al tappeto senza troppi sforzi. Parliamo della partita che si sta giocando intorno alla legge sul clima UE, il provvedimento che aggiornerà gli obiettivi sul taglio delle emissioni del blocco e servirà da asse portante per il Green Deal. Su cui Bruxelles sta cedendo, con l’intenzione di aprire di nuovo a nucleare e gas.
La legge sul clima UE spacca da mesi l’UE. La Commissione propone un taglio della CO2 del 55% entro il 2030 rispetto ai valori del 1990. L’europarlamento due mesi fa ha provato ad alzare l’asticella, consigliando di abbatterle almeno del 60%. Ma i ministri dell’Ambiente UE non hanno ancora trovato la quadra. Quindi l’ultimo atto, l’approvazione da parte del Consiglio europeo del prossimo 10 e 11 dicembre, resta un grande punto interrogativo.
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A remare contro sono i paesi dell’est Europa. Temono che obiettivi così ambiziosi danneggeranno le loro economie. Che sono più fragili di quelle occidentali e soprattutto più ‘sporche’. Il costo della transizione, per loro, sarà certamente più alto. Così Varsavia, ma anche Sofia e Praga, hanno provato a strappare condizioni più vantaggiose. E a leggere l’ultima bozza del comunicato finale del Consiglio europeo, che gli sherpa stanno limando in questi giorni, sembra proprio che ci siano riusciti.
Cosa dice la bozza, datata 1 dicembre? Tutti i Ventisette accettano di ridurre le emissioni di “almeno il 55%”. In parallelo, la Commissione si impegna a mettere sul tavolo dei fondi per aiutare i paesi più poveri a investire in energie pulite. Probabilmente saranno fondi provenienti dall’ETS, il mercato europeo delle quote di carbonio che Bruxelles sta riformando in questi mesi.
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Ma il punto più importante dell’ultima bozza è questo: ogni paese è libero di “scegliere le tecnologie più appropriate” per raggiungere l’obiettivo di tagliare le emissioni del 55%. E’ una delle richieste principali di Polonia e Bulgaria, che l’UE sta accettando senza battere ciglio. E si tradurrà in un’espansione del nucleare e del gas nel mix energetico di questi paesi, in cui al momento è il carbone e rappresentare la fetta più grande.
Dalla bozza trapelata e vista dall’agenzia Reuters non è però chiaro un punto dirimente. Nelle settimane scorse i ‘ribelli’ est europei avevano chiesto a gran voce che il -55% fosse un obiettivo collettivo. In altre parole, volevano che la media europea facesse -55%, riservandosi così lo spazio di manovra per ‘addolcire’ la transizione appoggiandosi alle performance dei paesi più virtuosi. Se restasse questa condizione – o una simile, che non prevede il 55% come vincolo per ogni singolo Stato – Bruxelles avrebbe ceduto su tutta la linea.