Il governo incassa la fiducia sulla legge di stabilità. Tra le novità un'estensione dell'incentivo per gli inteconnector e una marcia indietro sull'IVA per il pellet, che rimane al 22%
(Rinnovabili.it) – La legge di Stabilità 2016 si avvicina a superare il primo giro di boa in Parlamento. Con 164 voti favorevoli, 116 contrari e due astensioni, l’Assemblea del Senato ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando il maxiemendamento sostitutivo, un documento blindato, lungo 82 pagine, che modifica qua e là la manovra di finanza pubblica. I Gruppi di maggioranza hanno ricordato i principali interventi della manovra: la neutralizzazione nel 2016 degli aumenti di Iva e accise, l’esenzione IMU sui terreni agricoli e sui macchinari imbullonati, l’esenzione TASI per la prima casa e le agevolazioni per gli affitti, il bonus per gli ammortamenti e la proroga, nella misura del 40 per cento, degli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato,a cui si aggiungono la proroga delle detrazioni per ristrutturazioni e riqualificazione energetica e l’istituzione del Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale.
Tra le novità apportate al provvedimento due in particolare riguardando il settore dell’energia. A cominciare dal “caso IVA sul pellet“ che si riconferma ancora una volta al 22%. L’imposta sul valore aggiunto era stata aumentata dal 10 al 22% lo scorso anno: in seguito alle numerose proteste, nel provvedimento di quest’anno era stata introdotta la riduzione dell’aliquota «ma, come al solito, – commenta il deputato M5S Riccardo Fraccaro – era l’ennesimo bluff», e l’emendamento approvato «conferma la stangata, con l’Iva sul pellet più che raddoppiata. Imporre l’aumento dell’imposta su questo combustibile significa fare cassa sui cittadini virtuosi: il governo danneggia l’ambiente e favorisce i grandi colossi come Hera ed Eni pur di finanziare la sua perenne propaganda!»
Novità anche sul fronte degli interconnectors per i quali il testo del maxi emendamento predispone l’istituzione presso Terna un fondo di garanzia nel quale confluiscono le somme determinate in misura pari a un euro/MWh per anno. Somme che i concessionari della potenza assegnata (che abbiano assunto con Terna l’impegno di finanziamento delle opere), sono tenuti a versare fino all’entrata in servizio di ciascun interconnector. Il fondo interviene esclusivamente a garanzia degli impegni assunti per il finanziamento della singola opera.
Al fine di completare la realizzazione delle nuove infrastrutture di interconnessione con l’estero (in particolare Italia-Montenegro e Italia-Francia), inoltre si andrebbe ad allungare di altri 6 anni il sostegno finanziario, cioè fino al 2021, con una spesa stimabile in ulteriori 2 miliardi di euro, che ovviamente verranno sottratti dalle utenze elettriche degli italiani come maggiori oneri. «Contrariamente a quanto scrive il presidente PD della Commissione Industria al Senato», spiegano i 5 Stelle, «l’emendamento non migliorerà le condizioni di realizzazione delle infrastrutture. Perché, come indicato dal Governo in risposta ad una interrogazione parlamentare, la legge stabilisce già chiaramente che “per quanto riguarda le garanzie fornite dai soggetti finanziatori per la realizzazione delle infrastrutture individuate, la prima garanzia consiste nell’obbligo di finanziare l’opera assunta dagli assegnatari, già in sede di aggiudicazione delle gare”».
Nulla cambia invece per gli ecobonus: la legge stabilità, ricordiamo, proroga per un altro anno gli sgravi fiscali Irpef del 50% per le ristrutturazioni e del 65% per il risparmio energetico che consentiranno dunque anche per il 2016 di beneficiare di importanti risparmi sugli interventi edilizi e di efficientamento energetico degli edifici, oltre che sull’acquisto di arredi e grandi elettrodomestici. Per l’anno prossimo l’accesso agli sgravi fiscali sarà concesso anche agli enti di gestione dell’edilizia residenziale pubblica: grazie ad un fondo di 170 milioni di euro destinati alla manutenzione, sarà possibile intervenire con opere di ristrutturazione sugli immobili più obsoleti.