A differenza di molti altri paesi europei, l’Italia non ha una legge quadro sul clima che individui un percorso, degli strumenti e una governance per le politiche climatiche nazionali. La proposta di WWF, Greenpeace, Legambiente, Kyoto Club e Transport&Environment torna per la 3° volta in parlamento
5 associazioni ambientaliste ripresentano il ddl
(Rinnovabili.it) – Terzo tentativo in tre anni per approvare una legge quadro sul clima in Italia. Un provvedimento necessario per allinearsi a molti altri paesi europei e dare “un orizzonte, un percorso e strumenti di governance” al contrasto della crisi climatica. Ieri le associazioni ambientaliste WWF, Greenpeace, Legambiente, Kyoto Club e Transport&Environment hanno presentato nuovamente il disegno di legge già proposto nel 2021, facendo così ripartire l’iter al Senato.
Il ddl per la legge quadro sul clima
Un testo che fissa i paletti imprescindibili per costruire in modo armonico e concreto il percorso italiano verso gli obiettivi di metà secolo. Oltre ai target di riduzione delle emissioni al 2050, il ddl prevede di stabilire obiettivi intermedi al 2030 e al 2040.
Per supportare il legislatore nella costruzione delle politiche climatiche verrebbe creato un organismo consultivo indipendente, il Consiglio Scientifico del Clima, che sarebbe composto da scienziati e avrebbe il compito di indirizzare e monitorare parlamento e governo. Nello specifico, supportare la mobilitazione e una corretta pianificazione degli investimenti di prevenzione e di mitigazione degli impatti climatici e proporre un carbon budget nazionale.
Al Consiglio sarebbe poi affiancata una Assemblea dei Cittadini che dovrebbe fornire uno spazio di confronto e elaborazione delle politiche alla società civile. Il suo compito consisterebbe nell’elaborazione di piani, programmi, strategie e disposizioni di carattere generale riferiti alle politiche climatiche.
Infine, la proposta di legge propone una delega per la riforma complessiva del sistema fiscale che vada nel senso di una maggiore attenzione alle problematiche ambientali, a cominciare dalla questione dei sussidi ai combustibili fossili.
“Sarà onere dei gruppi parlamentari ampiamente rappresentati nell’intergruppo e dei parlamentari impegnati a sostenere il progetto di legge interessare i rispettivi legislativi per ottenere un testo base da offrire al dibattito nelle commissioni e in Aula. Sarà poi l’iter parlamentare ad arricchire ed emendare tale testo base, con il contributo di tutti coloro che oggi esprimono apprezzamento per l’iniziativa e di coloro che si aggiungeranno strada facendo”, scrivono le associazioni in una nota.