Nuova fiscalità sull’auto aziendale in fringe benefit. Con incentivi per scegliere veicoli elettrici e ibridi plug-in. E IVA rimodulata sullo smaltimento rifiuti. Penalizzando le opzioni non in linea con gli obblighi di economia circolare. Sono le principali novità della Legge di Bilancio 2025 in materia ambientale, confermate dal voto di fiducia della Camera il 20 dicembre (204 sì, 110 no e 6 astenuti).
L’esame della Manovra 2025 è alle battute finali e proseguirà oggi, lunedì 23 dicembre, con l’approdo al Senato. Secondo la tabella di marcia prevista dal governo, il via libera definitivo dovrebbe arrivare il 28 dicembre.
Vediamo da vicino quali sono le novità in tema ambiente introdotte dalla Legge di Bilancio 2025.
Auto aziendali in fringe benefit: cosa cambia con la Legge di Bilancio 2025
La manovra approvata alla Camera vara il nuovo regime per la gestione delle auto aziendali in fringe benefit concesse ad uso promiscuo, sia per lavoro che per esigenze personali. Le modifiche saranno in vigore dal 1° gennaio 2025.
Le novità introdotte dal testo:
- cancellano una quota di sussidi ambientalmente dannosi, rimodulando gli incentivi accordati alle auto a combustione interna per favorire la scelta di auto elettriche e a minori emissioni;
- intervengono sulla fiscalità delle auto aziendali concesse ai dipendenti come incentivo o strumento di lavoro, legando la tassazione al tipo di alimentazione invece che alle emissioni di CO2 come in precedenza;
- viene mantenuta la retroattività: il nuovo regime si applica anche per le auto ordinate nel 2024 e consegnate nel 2025.
Le critiche dell’Aniasa
Quest’ultimo aspetto è stato fortemente criticato già nelle scorse settimane dall’Aniasa, l’Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio, della Sharing mobility e dell’Automotive digital che fa parte di Confindustria.
Secondo l’Aniasa, la Legge di Bilancio 2025 si traduce in un aumento medio annuo del valore imponibile dell’auto aziendale in fringe benefit di 1.600 euro, pari a +67%. Che porterebbe a un calo del 30% delle immatricolazioni di vetture per noleggio a lungo termine e una flessione del 20% per gli acquisti da parte di aziende.
Come cambia la fiscalità dell’auto aziendale con la Manovra 2025
Vediamo nel dettaglio quali modifiche alla fiscalità delle auto aziendali prevede la Legge di Bilancio 2025, quali sono i nuovi criteri e come sono distribuiti gli scaglioni.
Prima di tutto, vediamo come funzionava finora. Il vecchio regime:
- calcolava la tassazione dovuta sull’auto aziendale concessa in fringe benefit ai dipendenti usando 4 scaglioni basati sulle soglie emissive dei veicoli;
- a ogni scaglione corrispondeva una percentuale del costo chilometrico, stabilito ogni anno dalle tabelle dell’Aci;
- il calcolo delle tasse dovute sull’auto prevedeva di moltiplicare il coefficiente del costo chilometrico per il valore convenzionale di 15mila km percorsi in un anno.
Al contrario, il nuovo regime:
- calcola la tassazione in base a 3 scaglioni basati sul tipo di alimentazione del veicolo (auto elettrica, ibrida plug-in, altre alimentazioni);
- abbassa le percentuali per elettriche e ibride, rispettivamente al 10% e al 20%. Ricordiamo che sia gli EV sia le ibride plug-in in precedenza avevano un coefficiente del 25%;
- alza le percentuali per le auto endotermiche al 50%. Ricordiamo che la maggior parte dei modelli solitamente scelti dalle aziende resta nella fascia sotto i 160 gCO2/km, che finora aveva un coefficiente del 30%.
La tabella seguente riassume le modifiche nel regime fiscale per le auto aziendali concesse ai dipendenti in fringe benefit per uso promiscuo:
Vecchio regime | Nuovo regime |
Emissioni fino a 60 g/km: 25% | Auto elettriche: 10% |
Emissioni tra 61 e 160 g/km: 30% | Auto Plug-in: 20% |
Emissioni tra 161 e 190 g/km: 50% | Altre alimentazioni: 50% |
Emissioni superiori a 190 g/km: 60% |
Le modifiche apportate dal comma 48 dell’art.1 della Legge di Bilancio 2025 si applicano a:
- autovetture,
- autoveicoli per trasporto promiscuo,
- autocaravan,
- motocicli,
- ciclomotori.
Le modifiche della Manovra 2025 al TUIR
Nel dettaglio, questo comma della Legge di Bilancio 2025 interviene sul Testo unico delle imposte sui redditi (TUIR), di cui al D.P.R. n. 917 del 1986. Le modifiche riguardano l’art.51 del TUIR, relativo alla determinazione del reddito di lavoro dipendente.
Di seguito, il nuovo testo dell’art.51 TUIR come modificato dalla manovra di bilancio:
“Ai fini dell’applicazione del comma 3: a) per gli autoveicoli indicati nell’articolo 54, comma 1, lettere a), c) e m) del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, i motocicli e i ciclomotori di nuova immatricolazione, concessi in uso promiscuo con contratti stipulati a decorrere dal 1° gennaio 2025, si assume il 50 per cento dell’importo corrispondente ad una percorrenza convenzionale di 15.000 chilometri calcolato sulla base del costo chilometrico di esercizio desumibile dalle tabelle nazionali che l’Automobile club d’Italia deve elaborare entro il 30 novembre di ciascun anno e comunicare al Ministero dell’economia e delle finanze, che provvede alla pubblicazione entro il 31 dicembre, con effetto dal periodo d’imposta successivo, al netto degli ammontari eventualmente trattenuti al dipendente. La predetta percentuale è ridotta al 10 per cento per i veicoli a batteria a trazione esclusivamente elettrica ovvero al 20 per cento per i veicoli elettrici ibridi plug-in; (…)”.
Le misure sui rifiuti nella Manovra 2025
Il passaggio alla Camera ha modificato l’intervento sui rifiuti nella Manovra 2025. Il testo rimodula la disciplina dell’IVA.
La novità principale riguarda le prestazioni di smaltimento dei rifiuti che avvengono mediante conferimento in discarica o mediante incenerimento senza recupero efficiente di energia. Per queste fattispecie, l’aliquota IVA sale al 22% invece del 10% precedente.
Vengono così disincentivate le gestioni di rifiuti meno virtuose, favorendo raccolta differenziata e incenerimento avanzato. E viene cancellato un altro sussidio ambientalmente dannoso.
Inoltre, la Manovra 2025 aggiorna il riferimento normativo per queste prestazioni di smaltimento dei rifiuti, legandole al TU Ambiente del 2006 (appena modificato dal DL Ambiente di freschissima approvazione). In concreto, si esplicita che questi interventi rispondono agli obiettivi di transizione ecologica e di mitigazione e adattamento dei cambiamenti climatici.
La Camera ha apportato un’ulteriore, piccola modifica, specificando la necessità di favorire la gerarchia nella gestione dei rifiuti in modo conforme ai principi dell’economia circolare.