È tempo anche per la Legge Aree Idonee del Friuli Venezia Giulia di vedere la luce. La Giunta Fedriga ha presentato proprio in questi giorni la bozza di provvedimento assegnandola alla IV Commissione del Consiglio Regionale.
Il documento in questione, il ddl n.38 recante “Norme per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili sul territorio regionale”, racchiude nei suoi 12 articoli tutte le misure necessarie per allinearsi all’atto nazionale, il Decreto Aree idonee per le FER approvato la scorsa estate.
Come spiegava solo poco tempo fa l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, Fabio Scoccimarro, “la normativa punta a disciplinare l’individuazione delle aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili, in attuazione del decreto ministeriale del 21 giugno 2024 sulle cosiddette aree idonee”.
Il Disegno di Legge Aree Idonee del Friuli Venezia Giulia
Tre le direttrici su cui si muove il provvedimento. Da un lato privilegiare l’utilizzo di aree industriali, artigianali, cave dismesse, siti contaminati e superfici già costruite, semplificando le procedure autorizzative nelle aree di minor pregio ambientale.
Dall’altro aumentare i vincoli per gli impianti su suolo agricolo. Come? Ad esempio con l’obbligo di preservare una superficie contigua pari almeno a nove volte quella occupata dall’impianto per quelli di potenza superiore a 12 MW. O stabilendo che la copertura della superficie dell’impianto da realizzare sommata a quella degli impianti della stessa tipologia autorizzati nelle medesime aree, non superi il 3% della superficie agricola del territorio comunale.
Nel contempo il testo mira a favorire il coinvolgimento della popolazione e degli enti locali. I proponenti di impianti di potenza superiore a 1 MW dovranno infatti attivare misure di compensazione e avviare processi di comunicazione e consultazione pubblica.
Vediamo nel dettaglio i sì e i no inseriti del provvedimento.
Aree idonee in FVG
Il disegno di legge identifica come aree idonee nel Friuli Venezia Giulia – a cui applicare procedimenti autorizzatori semplificati – diverse tipologie di ambienti. Nel dettaglio:
- Aree industriali, commerciali, artigianali, per servizi e logistica.
- Superfici di strutture edificate e parcheggi.
- Aree di impianti esistenti, per modifiche che non aumentino l’area occupata di oltre il 20% (con alcune eccezioni per il fotovoltaico).
- Siti di bonifica, nel rispetto delle normative ambientali.
- Aree di cava non sfruttate o cessate, senza riassetto ambientale.
- Siti e impianti di Ferrovie dello Stato, gestori ferroviari, concessionari autostradali e società aeroportuali.
- Aree interne a impianti industriali e stabilimenti (solo per fotovoltaico e biometano).
- Aree agricole entro 500 metri da zone industriali, commerciali, artigianali, siti di interesse nazionale e cave (solo per biometano).
- Aree agricole entro 500 metri da impianti industriali e stabilimenti (solo per fotovoltaico e biometano, con alcune limitazioni).
- Aree adiacenti alla rete autostradale (entro 300 metri)
- Discariche chiuse o ripristinate
- Strutture militari e aree militari dismesse.
Ovviamente nel pieno rispetto dei vincoli paesaggistici e culturali. E prevedendo delle deroghe per impianti fotovoltaici a terra in aree agricole, qualora i sistemi siano finalizzati alla costituzione di comunità energetiche rinnovabili o siano finanziati dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Il testo consente anche alla Regione di svolgere anche un ruolo attivo nella promozione della realizzazione di impianti FER. Come? Assumendo su delega degli enti pubblici locali l’organizzazione e la gestione delle procedure ad evidenza pubblica per l’assegnazione delle aree idonee qualora nella disponibilità degli enti stessi.
Le Aree Non Idonee alle rinnovabili
Il testo individua anche le zone da “escludere” suddividendole in tre categorie principali, a seconda del tipo di tutela che le caratterizza:
Tutela del patrimonio culturale e del paesaggio che comprende aree di particolare valore paesaggistico e culturale, come:
- Siti UNESCO e aree MaB.
- Paesaggi rurali storici.
- Beni culturali tutelati.
- Aree paesaggistiche tutelate per legge.
- Aree e immobili di notevole interesse pubblico.
- Altre aree riconosciute dal Piano paesaggistico regionale (PPR).
Tutela dell’ambiente, includendo nella categoria zone di pregio naturalistico e ambientale, come:
- Zone umide di importanza internazionale (Ramsar).
- Aree Rete Natura 2000.
- Aree naturali protette.
- Parchi, riserve e aree naturali regionali.
- Aree importanti per la biodiversità.
- Aree a pericolosità geologica e idraulica elevata.
- Geositi e geoparchi.
Tutela delle attività agricole, riguardante territori con specifiche caratteristiche agricole, come:
- Aree agricole di classe 1 e 2 (elevata capacità d’uso).
- Aree agricole con produzioni di qualità (biologiche, DOP, IGP, ecc.).
- Fasce di rispetto intorno ad altri impianti (1000 metri).
Infine il Disegno di legge del Friuli Venezia Giulia elimina il divieto di realizzare impianti alimentati da biomasse situati in un raggio inferiore a 2 chilometri da colture pregiate.
Il provvedimento, fa sapere la Regione, sarà sottoposto all’esame del Consiglio delle autonomie locali, in attesa di eventuali approfondimenti per garantire il pieno rispetto delle tutele agricole e paesaggistiche
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