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La Legge Aree Idonee del Friuli Venezia Giulia è stata approvata dal Consiglio regionale

Il disegno di legge n. 38 è stato presentato dalla Giunta friulana il 3 febbraio 2025. Scoccimarro: La norma prevede che la Regione si impegni a promuovere la realizzazione degli impianti rinnovabili nelle zone idonee nelle disponibilità di enti pubblici, attraverso la stipula di apposite convenzioni

La Legge Aree Idonee del Friuli Venezia Giulia è pronta per il Consiglio
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La legge Aree Idonee del Friuli Venezia Giulia è pronta

È tempo anche per la Legge Aree Idonee del Friuli Venezia Giulia di vedere la luce. Il 26 febbraio 2025 il Consiglio Regionale ha approvato il Ddl n.38 recante Norme per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili sul territorio regionale presentato dalla Giunta Fedriga, ed oggi il testo è pronto per entrare in vigore. Quando precisamente? Il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione. Ma non senza alcune modifiche apportate durante il passaggio in IV Commissione.

Il documento in questione racchiude nei suoi 12 articoli tutte le misure necessarie per allinearsi all’atto nazionale, il Decreto Aree idonee per le FER approvato la scorsa estate. E fa del FVG la seconda Regione in Italia ad aver approvato le nuove norme territoriali, dopo la Sardegna.

Come spiegava solo poco tempo fa l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, Fabio Scoccimarro, “la normativa punta a disciplinare l’individuazione delle aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili, in attuazione del decreto ministeriale del 21 giugno 2024 sulle cosiddette aree idonee”. 

Il DdL Aree Idonee del Friuli Venezia Giulia della Giunta

Tre le direttrici su cui si muove il provvedimento. Da un lato privilegiare l’utilizzo di aree industriali, artigianali, cave dismesse, siti contaminati e superfici già costruite, semplificando le procedure autorizzative nelle aree di minor pregio ambientale.

Dall’altro aumentare i vincoli per gli impianti su suolo agricolo. Come? Ad esempio con l’obbligo di preservare una superficie contigua pari almeno a nove volte quella occupata dall’impianto per quelli di potenza superiore a 12 MW. O stabilendo che la copertura della superficie dell’impianto da realizzare sommata a quella degli impianti della stessa tipologia autorizzati nelle medesime aree, non superi il 3% della superficie agricola del territorio comunale.

Nel contempo il testo mira a favorire il coinvolgimento della popolazione e degli enti locali. I proponenti di impianti di potenza superiore a 1 MW dovranno infatti attivare misure di compensazione e avviare processi di comunicazione e consultazione pubblica.

Vediamo nel dettaglio i sì e i no inseriti del provvedimento.

Aree idonee in FVG

Il disegno di legge identifica come aree idonee nel Friuli Venezia Giulia – a cui applicare procedimenti autorizzatori semplificati – diverse tipologie di ambienti. Nel dettaglio:

  • Aree industriali, commerciali, artigianali, per servizi e logistica.
  • Superfici di strutture edificate e parcheggi.
  • Aree di impianti esistenti, per modifiche che non aumentino l’area occupata di oltre il 20% (con alcune eccezioni per il fotovoltaico).
  • Siti di bonifica, nel rispetto delle normative ambientali.
  • Aree di cava non sfruttate o cessate, senza riassetto ambientale.
  • Siti e impianti di Ferrovie dello Stato, gestori ferroviari, concessionari autostradali e società aeroportuali.
  • Aree interne a impianti industriali e stabilimenti (solo per fotovoltaico e biometano).
  • Aree agricole entro 500 metri da zone industriali, commerciali, artigianali, siti di interesse nazionale e cave (solo per biometano).
  • Aree agricole entro 500 metri da impianti industriali e stabilimenti (solo per fotovoltaico e biometano, con alcune limitazioni).
  • Aree adiacenti alla rete autostradale (entro 300 metri)
  • Discariche chiuse o ripristinate.
  • Strutture militari e aree militari dismesse.

Ovviamente nel pieno rispetto dei vincoli paesaggistici e culturali. E prevedendo delle deroghe per impianti fotovoltaici a terra in aree agricole, qualora i sistemi siano finalizzati alla costituzione di comunità energetiche rinnovabili o siano finanziati dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). 

Il testo consente anche alla Regione di svolgere anche un ruolo attivo nella promozione della realizzazione di impianti FER. Come? Assumendo su delega degli enti pubblici locali l’organizzazione e la gestione delle procedure ad evidenza pubblica per l’assegnazione delle aree idonee qualora nella disponibilità degli enti stessi.

Le Aree Non Idonee alle rinnovabili

Il testo individua anche le zone da “escludere” suddividendole in tre categorie principali, a seconda del tipo di tutela che le caratterizza:

Tutela del patrimonio culturale e del paesaggio che comprende aree di particolare valore paesaggistico e culturale, come:

  • Siti UNESCO e aree MaB.
  • Paesaggi rurali storici.
  • Beni culturali tutelati.
  • Aree paesaggistiche tutelate per legge.
  • Aree e immobili di notevole interesse pubblico.
  • Altre aree riconosciute dal Piano paesaggistico regionale (PPR).

Tutela dell’ambiente, includendo nella categoria zone di pregio naturalistico e ambientale, come:

  • Zone umide di importanza internazionale (Ramsar).
  • Aree Rete Natura 2000.
  • Aree naturali protette.
  • Parchi, riserve e aree naturali regionali.
  • Aree importanti per la biodiversità.
  • Aree a pericolosità geologica e idraulica elevata.
  • Geositi e geoparchi.

Tutela delle attività agricole, riguardante territori con specifiche caratteristiche agricole, come:

  • Aree agricole di classe 1 e 2 (elevata capacità d’uso).
  • Aree agricole con produzioni di qualità (biologiche, DOP, IGP, ecc.).
  • Fasce di rispetto intorno ad altri impianti (1000 metri).

Infine il Disegno di legge del Friuli Venezia Giulia elimina il divieto di realizzare impianti alimentati da biomasse situati in un raggio inferiore a 2 chilometri da colture pregiate.

Il provvedimento, fa sapere la Regione, sarà sottoposto all’esame del Consiglio delle autonomie locali, in attesa di eventuali approfondimenti per garantire il pieno rispetto delle tutele agricole e paesaggistiche.

Legge Aree Idonee FVG, il testo ufficiale con modifiche

Il passaggio in IV Commissione ha limato qua è là il testo originale a cominciare da alcuni criteri di valutazione dei progetti di impianti a fonti rinnovabili. La nuova formulazione chiede di prendere in considerazione nei procedimenti autorizzatori anche “il ricorso a criteri progettuali volti a ottenere il minor consumo possibile del territorio”. Privilegiando soluzioni impiantistiche che permettano di ottenere la massima resa energetica con la minore superficie occupata.

Anche quelle che vengono definite come “soluzioni progettuali sperimentali e innovative”, avranno bisogno di un’analisi degli elementi costitutivi dell’ambiente, del patrimonio storico-culturale e del paesaggio per minimizzare l’impatto.

Spunta inoltre un vero e proprio programma di compensazioni ambientali e territoriali. La Legge Aree Idonee Friuli Venezia Giulia specifica che in caso di impianto soggetto ad autorizzazione unica tale programma non potrà essere inferiore al 3% dei proventi.

Novità anche nella definizione delle aree non idonee agli impianti rinnovabili. Nella lista si aggiungono le zone localizzate in comprensori irrigui serviti dai Consorzi di bonifica e oggetto di riordino fondiario. Si chiarisce inoltre la fascia di rispetto delle aree agricole – ossia sino a 1.000 metri dal perimetro di un impianto della stessa tipologia – “trova applicazione entro e non oltre la delimitazione delle zone classificate agricole”.

Rimane invece il via libera agli impianti fotovoltaici in zone agricole se finalizzati alla costituzione di una
comunità energetica rinnovabile (CER) o – aggiunta della Commissione – “all’inserimento dei medesimi impianti nella configurazione di una CER già costituita”.

Articolo del 5 febbraio 2025 aggiornato il 27 febbraio 2025


FAQ sulla Legge Aree Idonee Friuli Venezia Giulia per la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili

Quali sono le aree idonee per la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili?

Le aree idonee includono quelle a destinazione industriale, artigianale, per servizi e logistica; le superfici di strutture edificate e i parcheggi; le aree con impianti esistenti della stessa fonte, purché l’ampliamento non superi il 20%.

È possibile installare impianti in aree agricole?

Sì, nelle aree agricole gli impianti fotovoltaici e di biometano sono consentiti entro 500 metri da impianti industriali o stabilimenti. Gli impianti fotovoltaici con moduli a terra sono ammessi senza incremento dell’area occupata, escludendo le zone destinate alle Comunità energetiche rinnovabili (Cer).

Quali aree sono considerate non idonee?

Le aree non idonee saranno definite con delibera della Giunta regionale e comprendono: aree con tutela del patrimonio culturale e paesaggistico (es. siti Unesco, paesaggi rurali protetti), aree con tutela ambientale (es. Rete Natura 2000, parchi naturali) e aree agricole destinate a produzioni agroalimentari di qualità (es. Dop, Igp, biologico).

Come verranno definite le fasce di rispetto per gli impianti?

In attesa della cartografia ufficiale, le fasce di rispetto prevedono una distanza minima di 3 km dai beni tutelati per gli impianti eolici e di 500 metri per quelli fotovoltaici.

Cosa prevede la norma per le compensazioni ambientali e territoriali?

La legge stabilisce un programma di compensazioni per i territori ospitanti gli impianti. Per gli impianti soggetti a procedimento autorizzativo unico, le compensazioni non saranno inferiori al 3% dei proventi.

leggi anche Perché il Governo ha impugnato la Legge Aree Idonee della Sardegna?

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.