Rinnovabili • Raffineria di Priolo: Cingolani apre alla nazionalizzazione dell’impianto Lukoil

La raffineria Isab di Priolo non è più dei russi: subentra la cipriota Goi Energy

Il 4 maggio è stata formalizzata la cessione da Lukoil alla società cipriota Goi Energy. L’impianto era in amministrazione fiduciaria dal 1° dicembre 2022 per evitare la chiusura a causa delle sanzioni sui prodotti energetici russi

Raffineria di Priolo: Cingolani apre alla nazionalizzazione dell’impianto Lukoil
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Il polo siracusano raffina il 22% del fabbisogno nazionale

(Rinnovabili.it) – Si è chiuso ieri il passaggio di mano della raffineria Isab di Priolo. Il polo petrolchimico più importante d’Italia passa dai russi di Lukoil, che lo controllavano tramite la svizzera Litasco, alla società cipriota Green Oil Energy (Goi Energy) per 1 miliardo e mezzo.

Perché il cambio di proprietà della raffineria Isab di Priolo?

L’operazione si era resa necessaria dopo lo stop alle importazioni di greggio dalla Russia in seguito all’invasione dell’Ucraina e la raffica di sanzioni europee che hanno colpito i proventi energetici con cui il Cremlino alimenta il conflitto. Il 5 dicembre 2022 erano entrate in vigore le disposizioni del 6° pacchetto di sanzioni, approvato dai Ventisette nel giugno precedente. Da quel giorno è vietato comprare, importare o anche solo trasferire petrolio e prodotti derivati provenienti dalla Russia, se ciò avviene via mare.

La raffineria Isab di Priolo sarebbe rimasta a secco. Prima dell’inizio dell’invasione importava circa il 30% del greggio dalla Russia, dopo il 24 febbraio la Lukoil – facendo l’interesse del Cremlino – aveva aumentato la quota al 100%. Tra l’altro, così facendo l’Italia aveva guadagnato il poco invidiabile primato di primo importatore di greggio dalla Russia ed era diventata anche l’unico paese Ue ad aver aumentato, invece di diminuire, gli acquisti da Mosca.

Le condizioni della cessione

Il blocco dell’impianto avrebbe fermato mezza Italia. La raffineria Isab di Priolo vale 16 mln t di produzione e fornisce da sola il 22% del fabbisogno annuo nazionale di prodotti derivati dalla raffinazione (carburanti, gasolio, benzina). Per questo è entrato in campo il governo, prima cercando un acquirente, poi con un’amministrazione fiduciaria, infine imponendo alcune condizioni a Goi Energy.

Il 10 aprile il Consiglio dei ministri ha autorizzato la cessione della raffineria alla società cipriota esercitando il golden power e fissando delle condizioni per l’ok al passaggio di proprietà. A partire dalla scelta del trader, Trafigura, per contratti di fornitura pluriennali, e da alcune garanzie per evitare triangolazioni che possano far raffinare nel siracusano greggio proveniente da paesi a rischio (inclusa la stessa Russia). Poi la tutela dei 12mila posti di lavoro (diretti e indotto). E l’ambiente, con impegni sui limiti emissivi.

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