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La Giunta dice no all’impianto di stoccaggio di rifiuti speciali contenenti amianto

La Giunta regionale ha alzato il cartellino rosso contro l’ipotesi avanzata per il sito di Rio d’Orzo, nei pressi della località Castello di Serravalle, da parte della società Unirecuperi S.r.l. (poi divenuta Unieco Holding Ambiente).

Piano amianto
Foto di Emilian Robert Vicol da Pixabay

Stop dalla Regione alla discarica di Castello di Serravalle, nel comune di Valsamoggia (Bo)

Bologna – Non si farà una discarica di rifiuti speciali contenenti amianto nel comune di Valsamoggia, nel bolognese. Stessa sorte per l’impianto sperimentale che doveva servire al loro trattamento. 

La Giunta regionale ha alzato il cartellino rosso contro l’ipotesi avanzata per il sito di Rio d’Orzo, nei pressi della località Castello di Serravalle, da parte della società Unirecuperi S.r.l. (poi divenuta Unieco Holding Ambiente).

“Il no arriva al termine di un percorso di valutazione dell’impatto ambientale ampio, partecipato e trasparente- spiega Irene Priolo, assessore regionale all’Ambiente-. Come prevede la legge, si è approfondito il progetto, è stata data la possibilità al proponente di illustrarlo e ogni ente coinvolto ha manifestato la propria posizione”.

In particolare, la richiesta dell’impresa privata era di attivare una discarica dalla capacità complessiva di 852 mila metri cubi, adatta ad accogliere una quantità massima di 1 milione 330 mila tonnellate di rifiuti, da affiancare appunto a un impianto di trattamento termico.

Ma, come ha spiegato l’assessore all’Ambiente, la Conferenza dei servizi, dopo un anno e mezzo di lavoro, ha giudicato il progetto non conforme alla pianificazione urbanistica comunale e a quella territoriale. E questo in ragione del fatto che è interessata un’area forestale tutelata ed estesa, senza soluzione di continuità, sui due versanti della valle del Rio Vulpazza. 

Negative sono state giudicate anche le conseguenze dell’impianto sulla viabilità locale, così come gli impatti su paesaggio, aria, suolo, sottosuolo e acque, dovuti alla vulnerabilità e fragilità del sito. 

Tutte ragioni che hanno indotto la Regione a respingere la proposta, proprio perché non sostenibile dal punto di vista ambientale e urbanistico.

“In questo modo si pone definitivamente la parola fine sulla vicenda, contribuendo a salvaguardare un angolo del territorio emiliano di particolare valore ambientale e paesaggistico- conclude l’assessore-. La Regione è consapevole che il trattamento dei rifiuti speciali sia una priorità e a maggior ragione questa vicenda ci dimostra la necessità di disporre di ambiti che siano ottimali. Il nuovo Piano dei rifiuti intende essere di supporto a questa problematica, ma la compatibilità ambientale rimane fondamentale”. / Red