Manca solo il timbro del Consiglio perché il Just Transition Fund entri in vigore
(Rinnovabili.it) – Il parlamento europeo ha dato il sì definitivo al Just Transition Fund, il fondo UE per la transizione energetica che ha lo scopo di “liberare” le regioni ad alta intensità di carbonio dal giogo dei combustibili fossili. Il pacchetto vale 17,5 miliardi di euro, meno della metà di quanto la Commissione aveva proposto a maggio 2020 (circa 40 miliardi). È stato approvato con 615 voti a favore, solo 35 contrari e 46 astensioni. Manca ancora il timbro del Consiglio dei ministri UE, ma ormai l’accordo politico tra i Ventisette c’è quindi il passaggio non dovrebbe sollevare alcun problema.
Il Just Transition Fund “è uno strumento chiave per garantire che la transizione verso un’economia climaticamente neutra avvenga in modo equo, senza lasciare indietro nessuno”, ha rimarcato il deputato greco Manolis Kefalogiannis, relatore della proposta. All’Italia spetteranno 937 miliardi di euro.
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Si chiude così un iter durato quasi un anno e mezzo. La prima proposta di gennaio 2020 è stata emendata il maggio successivo mentre l’Unione Europea ricalibrava i piani di aiuti ai paesi membri con l’arrivo della pandemia. Il Fondo per la Transizione Equa avrà 7,5 miliardi dal budget europeo ordinario, nell’ambito del quadro finanziario pluriennale, e i restanti 10 miliardi di euro verranno dallo strumento Next Generation UE. Gli Stati possono integrare questi finanziamenti con risorse provenienti dai fondi della politica di coesione e con un cofinanziamento nazionale.
Il Just Transition Fund è uno dei tre pilastri del Meccanismo per la Transizione Giusta, lo strumento europeo con cui Bruxelles punta a mobilitare in tutto almeno 150 miliardi di euro e attenuare le ricadute socioeconomiche della transizione energetica specie per le regioni a maggior dipendenza dalle fossili. Del Just Transition Mechanism fa parte anche InvestEU, uno strumento di prestito del settore pubblico.
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Il Just Transition Fund è forse uno dei pochi strumenti europei, se non l’unico, che lascia le fonti fossili fuori dalla transizione energetica. L’accordo finale raggiunto a dicembre 2020, infatti, prevede che i 17,5 miliardi di euro del fondo non possano essere impiegati in progetti che riguardano il petrolio e soprattutto il gas, che invece molti paesi vorrebbero come energia di transizione. Fuori dai giochi anche il nucleare, altro candidato a sostituire il carbone nel mix elettrico specie in alcuni paesi dell’est Europa.