Nel 2019 il 6,9% della popolazione UE non è stato in grado di riscaldare casa in maniera sufficiente al proprio benessere
(Rinnovabili.it) – L’ondata di gelo che sta avanzando nel Vecchio Continente metterà alla prova i riscaldamenti domestici europei. Una prova che diverrà particolarmente ardua soprattutto per gli oltre 30 milioni di cittadini oggi in povertà energetica. Il termine indica una condizione complessa in cui il basso reddito si scontra con un’elevata spesa per l’energia e scarse prestazioni edilizie. Chi abita in edifici energeticamente inefficienti risulta più esposto a ondate di freddo o di caldo e ad altri impatti del cambiamento climatico. Nei mesi invernali, dunque, la domanda principale diventa: quanti sono in grado di riscaldare casa in maniera adeguata? E a quanti, invece, questa possibilità è attualmente preclusa? A rispondere è Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea rivelando i progressi ottenuti negli ultimi anni a livello edilizio.
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Secondo i recenti dati pubblicati, nel 2019 il 6,9 percento della popolazione UE non poteva permettersi di riscaldare casa in maniera sufficiente al proprio benessere. Una quota consistente che risulta, tuttavia, in calo rispetto al passato. Nel 2012 la percentuale aveva aggiunto il picco del 10,8%. Ovviamente su scala nazionale esistono grosse differenze tra i Ventisette. A combattere con il freddo sono soprattutto gli abitanti della Bulgaria (con una quota del 30,1% sulla popolazione totale); seguono quelli della Lituania (26,7%), Cipro (21,0%), Portogallo (18,9%), Grecia (17,9%) e Italia (11,1%). Al contrario, le quote più basse (circa il 2%) sono state registrate in Finlandia, Austria, Svezia, Slovenia, Lussemburgo, Estonia e Germania.
Il dato sui riscaldamenti è stato inserito nella pubblicazione interattiva Housing in Europe, creata da Eurostat per semplificare la visualizzazione dei dati sull’edilizia europea. “Ci sono grandi differenze in Europa su come viviamo in termini di dimensioni, tipo e qualità degli alloggi; e se questi sono di proprietà o in affitto”, si legge sul sito del progetto. “Anche l’evoluzione dei prezzi delle abitazioni e degli affitti varia notevolmente da un paese all’altro. Housing in Europe – le statistiche visualizzate mostra gli ultimi dati sull’edilizia abitativa”. E sul fronte della qualità dell’abitare, l’iniziativa prende in considerazione, oltre alla capacità di riscaldare la casa in maniera adeguata, anche un eventuale sovraffollamento, la qualità dei servizi igienici e i danni ai tetti.
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Si scopre così che, in media nell’UE-27, l’1,6% della popolazione non disponeva di servizi igienici, doccia o vasca da bagno nel 2019. Il dato più elevato appartiene alla Romania (22,4% della popolazione), seguita da Lituania (8,7%), Lettonia (7,7%) e Bulgaria (7,5%). Non solo. Nello stesso anno il 12,7% della popolazione comunitaria ha avuto un problema di perdite d’acqua dal tetto. Le quote più elevate sono state osservate a Cipro (31,1%), Portogallo (24,4%) e Ungheria (22,3%).