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Italia dal suolo fragile, servono 26 miliardi per renderlo più forte

E' una prima valutazione che emerge dal primo rapporto dell'Ispra in base ai dati del ReNDiS, il Repertorio nazionale interventi per la difesa del suolo. Ci sono richieste per 7.800 progetti. Il ministero dell'Ambiente ha speso 7 miliardi in 20 anni per oltre 6mila interventi contro il dissesto idrogeologico

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di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – La messa in sicurezza del territorio del nostro Paese ha bisogno di oltre 26 miliardi di euro. Ma questa è soltanto una prima valutazione di quanto necessario per rendere più forte l’Italia in base alle richieste arrivate nel ReNDiS, il Repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo, di cui l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ha lanciato il primo rapporto.

Tra gli altri elementi che emergono dal documento anche i 7 miliardi spesi dal ministero dell’Ambiente in 20 anni per finanziare oltre 6mila interventi per fronteggiare il dissesto idrogeologico.

Tra le categorie di interventi maggiormente sovvenzionate, le alluvioni per il 48% e le frane per il 35%.

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Il ReNDiS – la piattaforma nazionale utilizzata per monitorare tutti gli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico finanziati dal 1999 ad oggi, attraverso piani e programmi di competenza del ministero dell’Ambiente – si compone di due sezioni: una dedicata al monitoraggio, attiva dal 1999, per gli interventi già finanziati; e una per le istruttorie, costituita nel 2015 e incentrata sugli interventi non ancora in programmazione e per i quali è stato richiesto il finanziamento. 

Secondo quanto emerge dal monitoraggio, la Sicilia è la regione con il maggior importo finanziato con 789 milioni di euro per 542 interventi, seguita dalla Toscana (602 milioni di euro per 602 interventi), dalla Lombardia (598 milioni di euro per 544 interventi) e dalla Calabria (453 milioni di euro per 528 interventi). Interessante il dato sui tempi di attuazione, dal campione analizzato viene messa in evidenza una durata media di quasi 5 anni, ma con una ampia variabilità ed un 10% di casi considerati ‘critici’ dal momento che si protraggono per oltre i 10 anni. E andando a guardare ancora più a fondo, il dato presenta variazioni su base regionale anche se non si riscontrano significative differenze tra nord, centro e sud. Quello che è evidente è invece una lieve crescita lineare dei tempi medi con l’aumentare dell’importo dell’opera. 

Nell’area delle istruttorie, che riguarda le richieste di finanziamento, sono oltre 7.800 le proposte progettuali caricate e attualmente attive nel ReNDiS, per un importo complessivo che supera 26 miliardi. La cifra rappresenta per questo una prima stima del fabbisogno teorico per la messa in sicurezza dell’intero territorio nazionale, che per l’attuazione richiede piani su più anni di finanziamento. La regione con il maggior numero di richieste attive è la Campania con 1.192 progetti, per quasi 5,6 miliardi, seguita dalla Calabria con 872 progetti per 1,7 miliardi, l’Abruzzo (764 per 1,6 miliardi) e la Sicilia (748 per 2,2 miliardi). Anche se con numeri inferiori, si evidenziano per importi superiori ai 2 miliardi anche la Puglia (481 per 2,4 miliardi) e il Veneto (243 per 2,3 miliardi).

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Questa la mappa completa della distribuzione regionale degli interventi finanziati e delle schede attive nell’area istruttorie ReNDiS (Regione, numero di interventi finanziati, numero di schede attive nell’area istruttorie): Piemonte, 509, 479; Valle D’Aosta, 35, 26; Lombardia, 544, 307; Veneto, 194, 243; Friuli Venezia Giulia, 98, 165; Liguria, 144, 66; Emilia Romagna, 421, 370; Toscana, 602, 278; Umbria, 113, 95; Marche, 292, 186; Lazio, 335, 357; Abruzzo, 247, 764; Molise, 233, 563; Campania, 378, 1192; Puglia, 303, 481; Basilicata, 318, 385; Calabria, 528, 872; Sicilia, 542, 748; Sardegna, 137, 152; provincia autonoma di Bolzano, 70, 32; provincia autonoma di Trento, 20, 50. Per un totale complessivo di 6.063 interventi finanziati e di 7.811 richieste.