Rinnovabili • Il primo studio a tentare una stima dell’impatto netto sulla salute delle isole di calore in Europa punisce l’Italia. Anche tenendo conto dei vantaggi offerti durante l’inverno, queste 3 città conquistano il podio europeo. In media, in UE i costi sono meno dei vantaggi: 192 euro pro capite contro 314

Trieste, Genova, Bologna hanno i costi sanitari più alti d’Europa per le isole di calore urbane

Il primo studio a tentare una stima dell’impatto netto sulla salute delle isole di calore in Europa punisce l’Italia. Anche tenendo conto dei vantaggi offerti durante l’inverno, queste 3 città conquistano il podio europeo. In media, in UE i costi sono meno dei vantaggi: 192 euro pro capite contro 314

Il primo studio a tentare una stima dell’impatto netto sulla salute delle isole di calore in Europa punisce l’Italia. Anche tenendo conto dei vantaggi offerti durante l’inverno, queste 3 città conquistano il podio europeo. In media, in UE i costi sono meno dei vantaggi: 192 euro pro capite contro 314
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Le isole di calore urbane possono aumentare la temperatura di diversi gradi

(Rinnovabili.it) – Trieste, Genova e Bologna sono le città europee in cui le isole di calore urbane causano più decessi e creano costi per la salute maggiori. Risultati “netti”: tengono conto anche dei vantaggi che temperature più alte nei centri urbani forniscono in inverno. Lo ha calcolato uno studio pubblicato su Nature Communications, il primo a tentare una stima dei costi per la salute delle urban heat island valutando sia i benefici sia gli svantaggi a seconda della stagione.

Italia maglia nera in Europa per costi associati alle isole di calore urbane

Il podio tutto italiano vale sia per i decessi aggiuntivi causati dalle isole di calore urbane che per i costi sanitari associati. Trieste è 1° in classifica con 4,7 morti in più ogni 100mila abitanti, un valore netto che risulta dai 14 decessi in più durante l’estate e dalle 9,3 morti evitate durante la stagione fredda. Genova guadagna la seconda piazza con 4,2 decessi aggiuntivi (+15,3, -11,1) e Bologna si piazza terza con 2,9 morti nette in più (+13,6, -10,7).

La situazione non varia quando si esaminano i costi sanitari associati all’effetto isola di calore. Il capoluogo friulano resta primo con 184,4 euro pro capite (contando solo la popolazione adulta residente in città): i benefici in inverno valgono 363,2 euro a testa, ma i costi in estate arrivano a 547 euro. Genova segue a poca distanza con 164,1 euro pro capite (+599, -434,8) e Bologna va al 3° posto con 112,6 euro (+532,9, – 420,3).

Non sono le uniche città italiane tra le 85 analizzate su 3 anni dallo studio, condotto da ricercatori della Scuola Politecnica Federale di Losanna (Epfl). Milano pareggia i conti per i decessi aggiuntivi e “risparmia” 1,9 euro pro capite in costi sanitari, mentre Torino è anch’essa in bilancio netto zero per le morti ma trae un beneficio economico netto di 9,7 euro a testa. Dati simili, apparentemente: in realtà i costi (aggiuntivi e risparmiati) per il capoluogo piemontese sono circa il doppio di quelli della città meneghina (815 euro contro 460).

“La nostra ricerca mostra che le isole di calore non riguardano solo le persone che sentono troppo caldo in estate”, afferma Gabriele Manoli, l’autore principale dello studio. “Hanno anche effetti negativi significativi sulla salute umana, portando ad esempio ad un aumento dei rischi cardiovascolari e respiratori e riducendo l’aspettativa di vita complessiva.

Per questa ragione non bisognerebbe interpretare i valori netti con eccessivo ottimismo. Anche se la media europea delle 85 città parla di perdite in costi sanitari per 192 euro pro capite ampiamente compensate da vantaggi per 314 euro a testa, il problema sono gli estremi climatici e quali interventi possono funzionare per mitigarli.

“L’obiettivo è rendere queste aree meno pericolose nei mesi estivi senza compromettere la protezione che possono fornire in inverno, continua Manoli. “Il nostro studio mostra che l’impatto delle isole di calore varia considerevolmente da una città e da una stagione all’altra. In futuro, i politici potranno utilizzare queste informazioni concrete nei loro processi decisionali”.

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