Rinnovabili • Isola urbana di calore: quanto sono efficaci erba e alberi? Rinnovabili • Isola urbana di calore: quanto sono efficaci erba e alberi?

Erba e alberi contro l’isola urbana di calore: quanto sono efficaci?

Cosa sono le isole di calore? E quanto sono efficaci le soluzioni adottate più comunemente, ovvero moltiplicare prati, parchi e alberi in città?

Isola urbana di calore: quanto sono efficaci erba e alberi?
La temperatura al suolo il 18 giugno 2022 a Milano. Le aree rosso scuro indicano le isole di calore principali. Crediti: ESA

Oltre 40 mln di italiani convivono con isole urbane di calore

(Rinnovabili.it) – Se d’estate non vedete l’ora di andar a fare una passeggiata al parco per prendere un po’ di fresco è perché volete sfuggire all’isola urbana di calore. Le aree fortemente urbanizzate, come il centro delle nostre città, possono essere anche 4 o 5°C più calde di quelle circostanti. Specie se il paragone viene fatto con zone rurali. Di notte, questa differenza è ancora più marcata e può raggiungere anche i 10-12°C. Cosa sono le isole di calore? E quanto sono efficaci le soluzioni adottate più comunemente, ovvero moltiplicare prati, parchi e alberi in città?

Che cos’è l’isola urbana di calore

Ogni superficie ha una sua capacità specifica di assorbire e rilasciare energia termica. Cemento e asfalto tendono ad immagazzinare molta radiazione solare e a rilasciarla lentamente, mentre un terreno in terra battuta ne assorbe di meno e dissipa il calore più rapidamente. Una superficie erbosa è ancora più efficiente, anche a seconda dell’altezza dell’erba.

Questa è la causa principale dell’isola urbana di calore: uno spazio molto costruito in cui gli spazi verdi sono pochi o del tutto assenti. Oltre al caldo che dipende dal sole, però, l’intensità dell’isola di calore deriva anche da altri fattori, tutti antropici, tra cui traffico, condizionatori (ma anche i sistemi di riscaldamento) e minore capacità del vento di dissipare il calore in un’area ad alta densità di edifici.

Le isole di calore in Italia

In Italia oltre il 70% della popolazione vive in zone urbanizzate ed è quindi esposta a un rischio maggiore di stress termico a causa delle isola urbane di calore. Uno studio del CNR ha combinato i dati delle temperature al suolo con la distribuzione della popolazione e in particolare delle fasce più a rischio come gli anziani e ha stilato la mappa del rischio per 11 città italiane. Le zone dove si concentra maggiormente il pericolo dato dall’isola urbana di calore si trovano nel centro città, anche se ci sono delle eccezioni.

A essere più a rischio sono generalmente le città costiere, dove in media ben l’11,3% della superficie urbana è catalogata a rischio alto e il 6% a rischio molto alto. Queste due categorie ricoprono solo l’8,1 e il 3,3% della superficie urbana nelle città dell’entroterra. Osservata speciale è Napoli, dove l’effetto isola di calore è molto pronunciato sia di giorno che la notte e interessa il 15-16% della superficie totale.

Un altro studio, condotto sempre dal CNR insieme all’ISPRA, collega le isole di calore all’assenza di copertura arborea e di spazi verdi. Nelle 10 città italiane analizzate, l’intensità dell’isola di calore urbana superficiale aumenta soprattutto all’aumentare dell’estensione delle aree con bassa densità di copertura arborea nel nucleo metropolitano, oppure intensificando la copertura artificiale dovuta a edifici e infrastrutture. Le isole urbane di calore più intense sono nelle città dell’entroterra più grandi. A Torino ad esempio un aumento del 10% nel nucleo centrale di aree con elevato consumo di suolo e bassa copertura arborea viene associato a un aumento dell’intensità dell’isola di calore media estiva di 4 °C.

Quanto impattano prati e alberi

L’erba e il cemento assorbono e rilasciano il calore a velocità differenti, ma le superfici naturali permettono anche l’evapotraspirazione, cioè l’immissione in aria di vapore acqueo dal terreno e dalle piante che contribuisce a dissipare il calore. Più ci si avvicina al picco di caldo diurno, più la differenza di temperatura si fa marcata. Se nelle prime ore del mattino può essere intorno ai 3-4°C, a metà giornata può arrivare tranquillamente anche a 15°C.

L’impatto maggiore delle superfici verdi, però, inizia a vedersi nel pomeriggio. La radiazione solare diminuisce ma, mentre l’erba rilascia in fretta il calore, l’asfalto e il cemento lo disperdono lentamente. Con il risultato che a metà pomeriggio, in una giornata estiva con temperature molto elevate attorno ai 38°C (come quelle raggiunte durante l’ultima grande ondata di calore di quest’estate in molte città italiane), l’erba in un parco avrà una temperatura intorno ai 40°C mentre l’asfalto può arrivare a 65°C.

Uno studio condotto a Manchester nel 2012 ha calcolato che, rispetto all’asfalto, una superficie ricoperta da erba riesce a ridurre la temperatura al suolo di 24°C, mentre l’ombra degli alberi la riduce di 19°C. Un’ombra generata da materiali artificiali, invece, abbassa la temperatura solo di 5-7°C. Anche l’altezza dell’erba gioca un ruolo. Rispetto a un suolo in terra battuta, l’erba lasciata crescere liberamente abbatte la temperatura anche di circa 25°C, mentre l’erba tagliata a 10 cm dal suolo di 18-20°C.