Irex Annual Report 2023: Balzo di investimenti (+203%) per le rinnovabili italiane
(Rinnovabili.it) – Ben 958 operazioni realizzate nei confini nazionali o da imprese italiane in giro per il mondo, per una pipeline di 39 GW di rinnovabili e una spesa 41 miliardi di euro. Sintomo di un settore in crescita nonostante le difficoltà del periodo che hanno inevitabilmente aumentato i costi in conto capitale. Questo il quadro che emerge dal nuovo rapporto IREX 2023 presentato stamane a Roma nell’Auditorium del GSE.
L’analisi come ogni anno monitora il comparto delle green energy, analizza le operazioni di utility scale superiori a 1 MW, monitorando i costi e delineando le tendenze future. Si scopre così che malgrado i capex siano cresciuti a causa dell’attuale contesto macroeconomico e dei problemi alla supply chain, gli investimenti italiani nelle rinnovabili sono cresciuti del 203% su base annuale.
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3/4 di progetti in standby autorizzativo
In questo quadro ha dominato lo sviluppo di nuovi impianti nazionali, quindi la crescita interna, che registra uno straordinario +300% sul 2021 per una pipeline di 34,8 GW e 34,8 miliardi di euro d’investimenti. Solo 17 invece le iniziative all’estero. Il report evidenzia anche le operazioni straordinarie, soprattutto acquisizioni di progetti e impianti già a terra. “Sembrano poche rispetto a quelle interne – ha sottolineato Alessandro Marangoni che ha guidato il team di ricerca – ma stiamo pur sempre parlando di 5,4 miliardi di euro e di una crescita del 15%”.
Non è migliorata, invece, la questione autorizzativa. I numeri presentati dall’IREX 2023 riguardano per 3/4 (circa 30 GW) progetti in via di autorizzazione. Il rapporto tra richieste di autorizzazione e procedure andate a buon fine rimane in linea con quello del 2022, ma in compenso l’installato è quasi tra volte quello del 2021.
Investimenti italiani delle rinnovabili: il 2022 è stato l’anno dell’agrivoltaico
L’agrivoltaico è stato il segmento dominante per le operazioni economico-finanziarie dello scorso anno con un totale di 390 iniziative per 15,8 GW e 12 miliardi di investimenti. Assieme al fotovoltaico “tradizionale” ha conquistato ben il 76% di tutte le operazioni 2022. Nel frattempo “l’eolico è arrivato a quasi al 20% con più 10 GW, ma abbiamo anche 1,4 GW di accumuli stand alone, quindi sia batterie che pompaggi idroelettrici”.
La nota dolente rimane ovviamente il permitting: nel fv, a fronte di 142 impianti autorizzati, quasi il quadruplo (con oltre 20,5 GW) è rimasto bloccato nell’iter. Nell’eolico a terra gli impianti autorizzati sono stati 28 contro 137 ancora in stand-by burocratico.
Sono invece 115 le iniziative dedicate all’idrogeno censite in Italia, che coinvolgono oltre 150 player differenti per origine e dimensione. La metà sono progetti operativi, per lo più sugli usi finali del vettore e in misura ridotta per la produzione. Ma anche Ricerca e Sviluppo hanno la loro quota: 40 iniziative dedicate soprattutto a migliorare l’efficienza dell’elettrolisi e a mettere a punto nuove tecnologie produttive.
Complessivamente le operazioni sono state sviluppate soprattutto da quelle aziende considerate Core Renewables (quota del 73%) e in secondo luogo da investitori finanziari (10%). “Anche se è passato il periodo delle speculazioni finanziarie per le rinnovabili, resta comunque un comparto attrattivo per le prospettive di sviluppo legate alla transizione. Più del 70% core rinnovabili va letto anche alla luce del fatto che alcune aziende che erano produttori energetici tout court con l’evoluzione delle loro strategia sono di fatto diventate dei Core Renewables”.
IREX 2023, uno sguardo al futuro
La società ha identificato tre tendenze principali: scende la crescita esterna ma salgono gli investimenti e le pipeline; maggiore diversificazioni nelle operazioni estere; accelerano le nuove tecnologie, agrivoltaico in primis seguito dall’eolico offshore. “Tutto questo in un quadro di prezzi in forte crescita non solo per l’elettricità e le carbon emissions ma anche per i materiali e i capex”. Nell’eolico europeo gli LCOE arrivano a 67,8 €/MWh, in salita del 40% rispetto al 2021. Gli impianti fotovoltaici commerciali registrano, invece, un LCOE di 97,3 €/MWh medio, in crescita del 34% con cifre record nel Nord Italia dove si è toccato i 116,6 €/MWh. “Questo aumento dei costi ha portato ad un larghissimo inoptato nelle ultime aste, nonostante come abbiamo visto le proposte di impianti siano moltissime”, ha spiegato Marangoni.
In questo quadro, il rapporto IREX 2023 evidenzia come i progressi da compiere per la decarbonizzazione entro il 2030 siano significativi e richiederanno una roadmap stringente che preveda obiettivi su efficienza, rinnovabili e flessibilità. Il sistema elettrico italiano sarà adeguato al 2030 nonostante le dismissioni di parte degli impianti termoelettrici, ma oltre allo sviluppo di rinnovabili, reti e accumuli, serve anche il capacity market, la stabilità delle importazioni e un miglioramento della disponibilità degli impianti termoelettrici. Rinnovabili e accumuli sono oggi ancora a metà del guado, mentre il phase-out del carbone al 2025 (rallentato a causa della crisi del gas) sarebbe economicamente, oltre che ambientalmente vantaggioso.