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Investimenti nelle energie rinnovabili: non bastano i record, serve equità

Un nuovo rapporto di IRENA rileva evidenti disparità tra gli investimenti nei paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo, chiedendo un aumento sostanziale dei flussi finanziari dal nord al sud del mondo

Investimenti nelle energie rinnovabili
via depositphotos.com

Pubblicato il Global Landscape of Renewable Energy Finance 2023

(Rinnovabili.it) –  Gli investimenti nelle energie rinnovabili continuano a crescere. Lo scorso anno, a livello globale le tecnologie della transizione, efficienza energetica compresa, hanno raggiunto la cifra record di 1.300 miliardi di dollari. Una spesa in grado di fa impallidire anche l’ottimo risultato del 2021. Ma i record non bastano e il perché lo spiega oggi IRENA, l’agenzia internazionale delle energie rinnovabili. Nel rapporto Global Landscape of Renewable Energy Finance 2023, redatto assieme alla della Climate Policy Initiative (CPI) e presentato stamane a Madrid, l’organizzazione mette a fuoco due dei più grandi problemi dell’attività finanziaria verde: è ancora troppo contenuta e non ha una distribuzione equa.

Sebbene gli investimenti nelle energie rinnovabili abbiano raggiunto i 500 miliardi di dollari nel 2022, questo rappresenta ancora meno del 40% dell’investimento medio necessario ogni anno tra il 2021 e il 2030, secondo lo scenario di contenimento della temperatura entro 1,5°C di aumento. Il tasso non risulta sufficiente neppure per raggiungere gli obiettivi ONU di sviluppo sostenibile per la fine del decennio.

Confrontando i finanziamenti delle rinnovabili tra paesi e regioni, il documento individua evidenti disparità che sono aumentate in modo significativo negli ultimi sei anni. Circa il 70% della popolazione mondiale, residente principalmente nei paesi in via di sviluppo ed emergenti, ha ricevuto solo il 15% degli investimenti globali nel 2020. Nel 2021, l’investimento pro capite in Europa è stato 127 volte superiore a quello dell’Africa subsahariana.

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Investimenti nelle energie rinnovabili, alcuni dati

Il documento rivela anche che, la spesa si è concentrata su tecnologie e usi specifici. Nel 2020, il solo fotovoltaico ha attirato il 43% dell’investimento totale nelle rinnovabili, seguito dall’eolico onshore e offshore rispettivamente al 35% e al 12%. Sulla base dei dati preliminari, questa concentrazione sembra essere continuata fino al 2022.

Altro dato degno di nota: nel 2020 il settore privato ha continuato a fare la parte del leone negli investimenti nelle energie rinnovabili, impegnando 240 miliardi di dollari (ovvero il 69% del totale globale), in aumento del 7% rispetto al 2019. I finanziamenti del settore pubblico hanno fornito 108 miliardi di dollari nel stesso anno (31% del totale), il 2% in meno rispetto al 2017-2019

“Il percorso verso le zero emissioni nette – ha affermato Barbara Buchner, amministratore delegato globale di CPI – può avvenire solo con una transizione energetica giusta ed equa […] E’ assolutamente necessaria una maggiore scalabilità per evitare pericolosi cambiamenti climatici, in particolare nei paesi in via di sviluppo”.

 “Affinché la transizione energetica migliori la vita e i mezzi di sussistenza – ha aggiunto il direttore generale dell’IRENA, Francesco La Camera –  i governi e i partner per lo sviluppo devono garantire un flusso di finanziamenti più equo, riconoscendo i diversi contesti e le diverse esigenze”. Il report, sottolinea La Camera, evidenzia la necessità di indirizzare i fondi pubblici verso regioni e paesi con un grande potenziale di energie rinnovabili non sfruttato, ma che hanno difficoltà ad attrarre investimenti. 

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