Il comunicato finale congiunto contiene anche la promessa di decarbonizzare per la maggior parte il mix elettrico entro il 2030. Su altri temi toccati come mobilità sostenibile e tutela della biodiversità, però, nessun impegno concreto
Accordo sul taglio degli investimenti nel carbone tra i ministri dell’Ambiente delle 7 economie più avanzate
(Rinnovabili.it) – Le sette maggiori economie del mondo dicono basta agli investimenti nel carbone. Non è l’unica promessa fatta dai ministri dell’Ambiente del G7 durante la due giorni di incontri virtuali che si è chiusa venerdì 21 maggio. Sul piatto anche la conferma di voler contenere il riscaldamento globale al di sotto degli 1,5°C, in linea con l’accordo di Parigi. E, soprattutto, un altro obiettivo comune: entro il 2030 i 7 paesi proveranno a decarbonizzare per la maggior parte il loro mix elettrico.
“Riconoscendo che il continuo investimento globale nella produzione di energia da carbone senza sosta è incompatibile con il mantenimento della soglia di 1,5°C a portata di mano, sottolineiamo che gli investimenti internazionali nel carbone senza sosta devono cessare ora”. Così il comunicato finale del vertice. La tempistica in effetti è piuttosto stretta: l’impegno è cancellare gli investimenti nel carbone entro la fine del 2021.
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Questi impegni sono stati fortemente voluti dalla Gran Bretagna, impegnata quest’anno nell’organizzazione della Cop26 che si terrà a Glasgow nella prima decade di novembre. Londra sta agendo in tutte le sedi internazionali per aumentare l’ambizione climatica e sfruttare al massimo la congiuntura di ripresa post pandemica.
Il documento finale dell’incontro tra i ministri dell’Ambiente del G7 cita poi altri capitoli essenziali per la lotta al cambiamento climatico, come il phase out degli HFC (idrofluorocarburi) e il taglio graduale dei sussidi ai combustibili fossili. Così come viene dedicato spazio alla mobilità sostenibile, tema importante in sede di G7 visto che i maggiori produttori di veicoli al mondo hanno sede in questi paesi. E anche alla tutela della biodiversità.
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Al di là dello stop agli investimenti nel carbone entro fine 2021 e la pulizia del proprio mix elettrico, però, i paesi più avanzati non aggiungono dettagli, tempistiche e piani concreti sugli altri fronti. Manca del tutto, quindi, una rotta da seguire per centrare gli obiettivi su mobilità e biodiversità ad esempio. Punto che viene sottolineato da diverse organizzazioni ecologiste.
“L’impegno a porre fine al finanziamento internazionale del carbone è davvero positivo e lascia la Cina isolata a livello globale con i suoi finanziamenti internazionali in corso per il combustibile fossile più inquinante”, commenta ad esempio Rebecca Newsom di Greenpeace UK. “Purtroppo, però, troppi di questi impegni rimangono vaghi quando abbiamo bisogno che siano specifici e stabiliscano un’azione programmata”.