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“Interesse Pubblico Prevalente”, chi l’ha applicato nelle rinnovabili?

"Interesse Pubblico Prevalente", chi l'ha applicato nelle rinnovabili?
Foto di Myriams-Fotos da Pixabay

WindEurope: Gli Stati membri devono fare pieno uso dell’interesse pubblico prevalente

Velocizzare il processo di autorizzazione degli impianti rinnovabili è essenziale ai fini della transizione energetica e dell’indipendenza dalla fonti fossili. Nell’Unione europea uno degli strumenti per renderlo possibile è contenuto nella nuova direttiva sulle energie rinnovabili (REDIII), e si tratta del concetto di interesse pubblico prevalente. Ma, spiega WindEurope, solo due paesi finora l’hanno resa reale.

L’associazione, che rappresenta i produttori di energia eolica in Europa, torna in questi giorni sulla questione per lanciare un appello ai Ventisette. “Gli Stati membri hanno avuto tempo fino alla fine del mese scorso per implementare le […] disposizioni in materia di autorizzazione ai sensi della nuova RED III. Una delle misure RED III più efficaci per migliorare l’autorizzazione [degli impianti] è la nozione di interesse pubblico prevalente. Ma solo una manciata di paesi l’ha implementata nel proprio quadro nazionale. E solo Germania e Portogallo l’hanno applicata nella pratica”. 

Interesse pubblico prevalente per gli impianti rinnovabili

Nella direttiva in questione il concetto ha ottenuto un articolo a sè. Il testo recita infatti “Entro il 21 febbraio 2024 e fino al conseguimento della neutralità climatica, nella procedura di rilascio delle autorizzazioni, gli Stati membri dovranno provvedere affinché la pianificazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti di produzione di energia rinnovabile, la connessione di tali impianti alla rete, la rete stessa e gli impianti di stoccaggio siano considerati di interesse pubblico prevalente e nell’interesse della salute e della sicurezza pubblica”.

Lo status si applica ad esempio quando i progetti vengono contestati in tribunale e ottenere una tale classificazione significa pertanto limitare i motivi di obiezioni legali alle nuove installazioni. Una misura molto criticata che, tuttavia, stando alle dichiarazioni della stessa UE, dovrebbe poter sostenere a piene mani il settore, assieme alla creazione delle cosiddette aree di accelerazione delle rinnovabili.

E per WindEurope, i paesi che hanno già applicato tale concetto stanno ottenendo benefici tangibili. “La Germania è stata particolarmente rapida e determinata nel semplificare le sue procedure di autorizzazione e nell’applicare l’interesse pubblico prevalente per i progetti di energia rinnovabile. E i risultati sono impressionanti”. Il paese ha distribuito “7,5 GW di nuovi permessi eolici onshore nel 2023, rispetto ai 4,2 GW del 2022 e del 2021 e meno di 2 GW rispettivamente nel 2017-2019”. E nel primo trimestre del 2024 via libera ad altri 2,6 GW.

“L’interesse pubblico prevalente ha contribuito a sbloccare progetti che erano stati invischiati in controversie legali. E ha reso più facile per giudici e agenti autorizzati supportare nuovi progetti di energia eolica quando si bilanciano diversi interessi pubblici”, ha aggiunto l’organizzazione.

Ma si tratta di una rarità nel complesso comunitario, come sottolinea la stessa WindEuropea. La maggior parte dei governi nazionali lotta ancora con la questione permessi e autorizzazioni. L’Italia è impantanata nella questione aree idonee, con un decreto che anziché risolvere la questione l’ha paradossalmente complicata. E i volumi di crescita delle rinnovabili continuano ad essere sotto dei trend necessari.

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