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Inquinamento da biomassa: Monni, i divieti a tutela della salute pubblica

L’assessore all’Ambiente risponde all’interrogazione di Luciana Bartolini (Lega) sul divieto di utilizzo di generatori a biomassa con classe di prestazione inferiore a tre stelle

riscaldamento a biomassa
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La Regione sta studiando la composizione e l’origine del particolato e la concentrazione per risalire alle fonti

Firenze – “L’inquinamento dell’aria è il principale rischio ambientale per la salute in Europa ed è associato a malattie cardiache, ictus, malattie polmonari. Si stima che l’inquinamento dell’aria determini ogni anno oltre 400mila decessi prematuri nell’Unione europea. Se partiamo da questo dato capiamo perchè la Regione abbia indagato le cause di inquinamento da polveri fini da pm 10, nelle aree in cui si registrano superamenti oltre le soglie di legge” e “la regione sta studiando la composizione e l’origine del particolato e la concentrazione per risalire alle fonti”. Così l’assessore regionale all’Ambiente Monia Monni ha risposto all’interrogazione della consigliera della Lega Luciana Bartolini sul divieto di utilizzo di generatori a biomassa con classe di prestazione inferiore a tre stelle, in relazione al recente aumento di prezzi dovuti al caro-energia.

Monni ha ricordato uno studio in collaborazione con Arpat, che ha coinvolto il sito di Lucca Capannori dalla primavera 2019 a marzo 2020, dal quale emerge che i “superamenti registrati in quest’area sono da ricondurre in via primaria alla combustione da biomassa” con “valori molto elevati durante la stagione fredda che tendono allo zero durante l’estate”. Monni ha precisato che per questo “le azioni di risanamento della Regione si concentrano in quest’area con interventi diretti ad incidere sulla sorgente primaria di inquinamento quindi il divieto di utilizzo di generatori a biomassa con classe di prestazione inferiore a tre stelle”. “Questa situazione è circoscritta – aggiunge Monni – perché questa stazione è rappresentativa di 14 comuni della piana lucchese”.

“Siamo intervenuti anche con misure finanziare rivolte al sostegno economico dei cittadini residenti nelle aree di sforamento – ha continuato Monni – per sostituire i vecchi impianti”. Risorse sono arrivate anche dal ministero dell’ambiente per l’adozione di “misure per il miglioramento della qualità dell’aria destinando un milione e mezzo per la piana lucchese” successivamente “la Regione toscana ha destinato ulteriori risorse per 3 milioni di euro per azioni di contrasto all’inquinamento da pm10 per le annualità 2020-21-22 e 23”. Dal primo gennaio 2022 ha ricordato Monni c’è il “divieto di utilizzo dei generatori di calore alimentate da biomassa legnosa avente emissioni superiore alla classe tre stelle” e da “tale divieto sono escluse le abitazioni in cui la biomassa sia l’unica fonte di riscaldamento e quelle poste a 200 metri di altitudine sul livello del mare”.  Infine, Monni ha ricordato “l’impegno del ministero a finanziare con 25milioni di euro ulteriori interventi per la qualità dell’aria, 15 dei quali sono destinati alla piana fra Lucca e Pistoia e 10 all’agglomerato di Firenze che ha superamenti per il biossido di azoto”.

In sintesi “i divieti posti sono una misura a tutela della salute pubblica” e “sotto il profilo economico gli incentivi regionali consentono ai cittadini di non subire il peso della transizione verso impianti più efficienti”.

“Grazie della spiegazione completa – ha risposto la consigliera Bartolini – mi fa piacere che si chieda all’Unione europea di non sanzionare. La gente però è molto arrabbiata, non sapeva di non poter accendere il camino e aveva acquistato la legna anche in abbondanza. È vero che ci sono gli incentivi ma è anche vero che prima di aver preso incentivi e fatto i lavori si arriva a primavera”.