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Energia: crollano gli investimenti per le infrastrutture GNL

Infrastrutture GNL
Credits: Lemzo da Pixabay

Finanziare infrastrutture GNL è considerata una scelta economicamente non vantaggiosa

(Rinnovabili.it) – Secondo un rapporto di Global Energy Monitor, molte infrastrutture per l’esportazione di GNL (gas naturale liquefatto) rischiano di andare incontro ad una “tempesta perfetta”. Infatti, sebbene la capacità globale delle infrastrutture GNL sia raddoppiata in un anno, circa 20 progetti su 45 (per un costo totale di 292 miliardi di dollari) stanno affrontato pesanti ritardi dovuti alle crescenti preoccupazioni sui cambiamenti climatici.

Complice anche la pandemia, i ritardi segnerebbero un netto cambiamento da parte degli investitori rispetto a quello che molti avevano considerato un promettente mercato dei carburanti, già ostacolato dalla crescita più lenta della domanda, dalla crescente concorrenza delle tecnologie per le energie rinnovabili e dall’opposizione alle emissioni del settore.

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Gli investimenti nelle infrastrutture GNL sono aumentati da 82,8 a 196,1 miliardi di dollari negli ultimi 12 mesi. Tuttavia, secondo il rapporto di Global Energy Monitor, una serie di “marce indietro” da parte di molti finanziatori mostra che investire in nuove infrastrutture per i combustibili fossili appaia sempre più come una decisione economicamente non vantaggiosa.

Fino a qualche tempo fa, il GNL “è stato considerato un combustibile rispettoso del clima, ma c’era anche un sostanziale supporto governativo per assicurarsi che i mega-progetti potessero arrivare al completamento, considerando tutti i miliardi di cui avevano bisogno”, spiega Greg Aitken, analista presso Global Energy Monitor. L’anno scorso, Berkshire Hathaway e i governi di Svezia e Irlanda sono stati tra i finanziatori con le maggiori perdite per progetti di infrastrutture GNL.

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Mentre i sostenitori spingono il gas naturale liquefatto come “combustibile ponte” per la transizione, essendo meno inquinante del carbone, le probabili fughe di metano lungo la catena di approvvigionamento lo rendono piuttosto problematico in termini climatici. Questo fa sì che le infrastrutture GNL siano “esposte al rischio di diventare risorse bloccate, ha affermato Erik Fransson, capo del Dipartimento fondi dell’Agenzia delle pensioni svedese, che ha gestito 12 miliardi di dollari di attività GNL.

“Al momento il settore è davvero chiuso in termini di avanzamento di nuovi progetti”, ha dichiarato Ted Nace, coautore del report di Global Energy Monitor. Per quanto riguarda i progetti futuri, secondo un sondaggio di Reuters all’inizio di quest’anno 12 società avevano dichiarato di voler costruire nuovi impianti di esportazione di GNL in Nord America. Oggi, però, quel numero si è ridotto a 4 e gli analisti prevedono che solo un progetto possa andare avanti nel 2020.

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