Lo spiega un nuovo studio guidata dal Potsdam Institute for Climate Impact Research: il Vecchio contenente può puntare all'autosufficienza energetica e all'abbandono combustibili fossili entro il 2040
La strada verso la sovranità energetica europea
(Rinnovabili.it) – L’indipendenza energetica dell’Europa non è un miraggio né un argomento da propaganda. Può essere raggiunta nell’arco dei prossimi 17 anni abbandonando completamente qualsiasi combustibile fossile. A patto di saper incanalare nella transizione la giusta quantità di risorse: circa 2mila miliardi di euro. Una cifra da capogiro? No, se si guarda al budget speso dall’UE solo nell’ultimo anno per proteggere i consumatori alla crisi energetica: ben 792 miliardi di euro.
La riflessione arriva da un nuovo studio commissionato da Aquila Group e guidato dal Potsdam Institute for Climate Impact Research. Il documento sostiene che il Vecchio Continente abbia il potenziale per diventare autosufficiente dal punto di vista energetico entro il 2040 impiegando tecnologie rinnovabili già oggi in commercio. Una data che anticipa al 2030, se considera unicamente il settore elettrico. L’impegno in questa direzione – che al momento attuale non appare più così scontato – comporterebbe una riduzione dei prezzi energetici per i consumatori, una minore vulnerabilità in tempi di tensioni geopolitiche e una maggiore competitività europea sulla scena mondiale.
Indipendenza energetica dell’Europa, cosa serve?
Il contributo maggiore dovrebbe arrivare dal fotovoltaico e dall’eolico, attraverso nuovi impianti e rinnovamento/ripotenziamento di quelli già esistenti. In questo caso lo studio stima un potenziale di 200.000 TWh producibili l’anno. “Rispetto al 2019 – si legge nel rapporto – la produzione eolica onshore dovrà aumentare di 8 volte […], la produzione fotovoltaica di 6, quella eolica offshore di 4” entro il 2030. Con una contributo importante anche da idroelettrico, geotermia, biomasse e idrogeno.
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L’analisi spiega anche che l’indipendenza energetica dell’Europa avrà bisogno di investimenti annuali di 140 miliardi di euro entro il 2030 e 100 miliardi all’anno nel decennio successivo per non mancare la meta. Con la maggior parte della somma destinata all’espansione dell’energia eolica onshore.
“Lo studio rivela che l’Europa ha le risorse per raggiungere la sovranità energetica attraverso una rete consolidata che sfrutti le risorse europee complementari”, commenta Roman Rosslenbroich, co-fondatore e CEO di Aquila Group. “Questo sistema unificato non solo aumenterebbe la competitività globale dell’Europa con una base di costi energetici tra i più bassi al mondo, ma rafforzerebbe anche l’UE, sia socialmente sia politicamente. Con gli investimenti in soluzioni energetiche pulite, l’Europa può produrre energia a prezzi competitivi, offrendo risparmi significativi rispetto alle infrastrutture energetiche tradizionali, e allo stesso tempo affrontare il cambiamento climatico”.