In arrivo i nuovi incentivi PNRR per le rinnovabili delle PMI
Negli scorsi giorni il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha siglato il decreto “Sostegno per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle PMI”, uno dei provvedimenti aggiunti al Piano Ripresa e Resilienza (PNRR) con i nuovi capitoli REPowerEU. Il provvedimento mira a supportare la spesa delle micro, piccole e medie imprese nell’autoproduzione e autoconsumo di energia rinnovabili. Come? Con un incentivo diretto ai programmi di investimento, in misura differenziata a seconda della dimensione dell’azienda e dell’intervento pianificato.
L’intervento si colloca in una precisa politica di supporto alle imprese, che sempre grazie al capitolo dedicato al REPowerEU ha aggiunto nel 2023:
- l’investimento 15 meglio noto Transizione 5.0 che, tramite un regime di credito d’imposta, sostiene la transizione del sistema produttivo verso un modello di produzione energeticamente efficiente, sostenibile e basato sulle fonti rinnovabili;
- l’investimento 10 (“Crescere Green”) dedicato a un intervento formativo pilota per lo sviluppo delle competenze per la transizione verde.
Il decreto del MIMIT
Il nuovo decreto del MIMIT definisce il regime di agevolazioni dedicato alle PMI a valere su un budget complessivo di 320 milioni di euro (comprensivi degli oneri di gestione). Con un occhio di riguardo per alcuni beneficiari.
Un 40% delle risorse è stato infatti dedicato alle aziende in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Parallelamente un altro 40% è riservato alle micro e piccole imprese. Ossia alle aziende con 10 dipendenti massimo e un fatturato/totale di bilancio) fino a 2 milioni di euro (MICRO) e quelle che contano fino a 50 dipendenti e un fatturato/totale di bilancio fino a 10 milioni di euro (PICCOLE).
“Qualora, in fase di definizione della graduatoria – spiega il MIMIT in una nota stampa – le risorse destinate alle riserve non dovessero essere pienamente assorbite, saranno rese disponibili per il finanziamento delle domande di agevolazione riferite ai restanti territori e alle imprese di media dimensione”.
Quanto vale il nuovo contributo alle rinnovabili PMI?
L’agevolazione prende la forma di un contributo in conto impianti, ossia un incentivo economico la cui erogazione è subordinata all’acquisto o costruzione di beni strumentali ammortizzabili.
Questo tipo di contributi costituiscono reddito d’impresa e prevedono generalmente una tassazione dei per competenza, in base all’atto di concessione.
Entrando nello specifico il decreto prevede che gli incentivi saranno assegnate nella misura massima del:
- 30% (medie imprese) o 40% (piccole imprese) sui costi ammissibili dell’investimento per la produzione di energia da fonti rinnovabili (acquisto e messa in esercizio dell’impianto solare fotovoltaico o minieolico e in aggiunta apparecchiature e tecnologie digitali strettamente funzionali;
- 30% dei costi ammissibili dell’investimento per l’eventuale componente aggiuntiva di accumulo energetico;
- 50% dei costi ammissibili per l’esecuzione della diagnosi energetica ex-ante necessaria alla pianificazione degli interventi previsti dal decreto, comunque nel limite al 3% delle altre spese ammissibili.
Chi sono i soggetti beneficiari degli incentivi PNRR?
Come anticipato possono richiedere i contributi, micro, piccole e medie imprese (PMI), aventi sede legale o unità produttiva localizzata su tutto il territorio nazionale, che dispongano di almeno un bilancio approvato e depositato ovvero abbiano presentato, nel caso di imprese individuali/società di persone, almeno una dichiarazione dei redditi.
Sono ammessi tutti i settori produttivi, ad eccezione di quello carbonifero, della produzione primaria di prodotti agricoli, della pesca e dell’acquacoltura, e di tutte quelle attività che non garantiscono il rispetto del principio Do No Significant Harm (DNSH).
Gli interventi incentivati
I nuovi incentivi alle rinnovabili delle PMI sosterranno specifici programmi di investimento per l’acquisto, l’installazione e la messa in esercizio di nuovi beni materiali strumentali.
Nel dettaglio l’agevolazione supporta sia l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, mediante l’installazione di impianti fotovoltaici o mini eolici, che l’autoconsumo rinnovabile; con possibilità di integrazione/combinazione con sistemi di accumulo behind-the-meter (letteralmente dietro il contatore) dell’energia prodotta per l’autoconsumo differito.
Ai fini dell’accesso ai contributi, i programmi di investimento devono, tra le altre cose:
- essere supportati da una diagnosi energetica;
- essere realizzati esclusivamente su edifici esistenti destinati all’esercizio dell’attività, ovvero su coperture di strutture pertinenziali destinate, in modo durevole, dal titolare del relativo diritto reale al servizio dei predetti edifici;
- prevedere un termine di ultimazione dei lavori non successivo a 18 mesi dalla data di adozione del provvedimento di concessione delle agevolazioni;
- vantare costi complessivi dei programmi compresi tra i 30.000 e 1.000.000 di euro.
Come richiedere gli incentivi all’autoproduzione energetica?
Come spiegato dal Dicastero, le domande di agevolazione potranno essere presentate a partire dai termini previsti nel provvedimento attuativo, tramite il sito internet di Invitalia S.p.A. Con successivo provvedimento direttoriale saranno, infatti stabiliti modalità e deadline di presentazione delle domande di agevolazione e gli schemi per la presentazione delle stesse.
La selezione delle domande avverrà attraverso una procedura valutativa con graduatoria sulla base dei punteggi conseguiti dalle PMI proponenti in relazione ad una serie di criteri. Criteri quali: la capacità addizionale di produzione energetica da FER; l’incidenza dei moduli fotovoltaici iscritti nel Registro ENEA; la sostenibilità economica dell’investimento; il numero di certificazioni ambientali possedute dal soggetto proponente.