Rinnovabili • Incendi in Amazzonia: si prepara una stagione da record in Brasile Rinnovabili • Incendi in Amazzonia: si prepara una stagione da record in Brasile

È stata una stagione da record per gli incendi nella foresta amazzonica

Tre quarti dei roghi del 2022 si è verificato ad agosto o a settembre. Il dato dell’ultimo mese è del 14% superiore alla media storica e del 120% maggiore di quello dello stesso mese dell’anno scorso. Tra poche settimane il paese va alle urne per scegliere il nuovo presidente: un fattore importante dietro l’aumento dei roghi

incendi in Amazzonia
Credits: MikeMareen via Depositphotos

I dati Inpe: questo mese gli incendi in Amazzonia sono stati 36.850

(Rinnovabili.it) – A settembre gli incendi nella foresta amazzonica hanno già segnato il record peggiore da 12 anni a questa parte. I dati dell’agenzia per la ricerca spaziale brasiliana Inpe parlano chiaro. Le segnalazioni di roghi sono state 36.850, pari a un aumento di ben il 120% rispetto allo stesso mese dell’anno prima.

Il mese che si sta per concludere segna tradizionalmente la fine della stagione degli incendi in Amazzonia. E insieme ad agosto è quello dove il conto è più alto. In effetti, quest’anno quasi un rogo su due si è verificato negli ultimi 30 giorni. Il totale per il 2022, infatti, sale adesso a 82.872. Un dato che è già molto al di sopra di quello registrato per tutto il 2021, pari a poco più di 75mila incendi. E supera del 14% la media storica per questo mese.

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Anche agosto era stato un mese di passione per la foresta tropicale. In più occasioni, sono stati registrati giornate con numeri da record, oltre 3.300 incendi contemporaneamente. In tutto gli incendi sono arrivati a 31.500. Un dato superiore del 12,3% rispetto a quello dello stesso mese del 2021, e di ben il 20% rispetto alla media complessiva dal 1998, l’inizio della serie storica registrata dall’Inpe.

Il trend in forte ascesa non deve sorprendere. Il mese prossimo, il Brasile va alle urne per scegliere il nuovo presidente. Quello uscente, Jair Bolsonaro, non è certo di farcela. Così l’agribusiness e gli allevatori – favoriti dal presidente di estrema destra fin dal 2019 – cercano di approfittare degli ultimi scampoli del suo mandato per massimizzare i profitti, fintantoché sono certi dell’impunità. Una dinamica ricorrente, questa, nella storia del paese sudamericano.

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“Il mondo deve fare di più che guardare con orrore mentre la più grande foresta intatta del mondo viene spinta verso un punto di svolta climatico. Nonostante le sue affermazioni di greenwashing, l’agenda anti-ambientale del governo di Bolsonaro ha catalizzato incendi e deforestazioni storiche, incoraggiando gli accaparratori di terre e smantellando le agenzie responsabili della protezione dell’ambiente”, accusava l’ufficio locale di Greenpeace poche settimane fa.