Rinnovabili • Emergenza incendi: in cenere 158mila ettari nel 2021 Rinnovabili • Emergenza incendi: in cenere 158mila ettari nel 2021

Incendi in Italia, in soli 3 giorni in fumo un’area più grande di Milano

Solo tra 23 e 25 luglio è bruciata una superficie pari al 30% del totale delle aree toccate da incendi nel 2022. Il totale per il 2023 arriva a 40mila ettari

Emergenza incendi: in cenere 158mila ettari nel 2021
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Gli ultimi dati Ispra sugli incendi in Italia

(Rinnovabili.it) – In appena 72 ore, tra il 23 e il 25 luglio, in tutto lo Stivale, sono andati in fumo 20mila ettari di boschi e campagne, cioè poco meno di 1/3 del totale delle aree interessate da incendi in Italia nell’intero 2022. Lo riferiscono i dati di Ispra, che fanno rientrare nel conteggio solo i roghi di medie e grandi dimensioni. L’anno scorso erano bruciati 68.500 ettari. Numeri che contribuiscono al conteggio europeo: 173mila ha al 22 luglio, a cui si devono aggiungere quelli degli ultimi giorni in Italia, ovvero più del doppio della media UE 2003-2022.

I numeri degli incendi in Italia

Secondo l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, in quei giorni sono risultati attivi 54 grandi incendi, con una concentrazione particolare in Sicilia nella provincia di Palermo. Qui l’Ispra ne ha contati 14 con un territorio interessato che arriva a 7800 ettari, 1/3 del totale nazionale. L’evento più disastroso riguarda i comuni di Cerda, Aliminusa e Sclafani Bagni dove è bruciata una superficie forestale complessiva di 972 ettari, compresa all’interno della zona speciale di conservazione “Boschi Granza” che include anche la Riserva Naturale orientata Bosco di Favara e Bosco Granza. Molto colpite anche Calabria e Puglia.

Con gli ultimi aggiornamenti di Ispra, il totale della superficie interessata da incendi in Italia dal 1° gennaio al 25 luglio sfiora i 40mila ettari e si avvicina alla media annuale sugli ultimi 15 anni, circa 54mila ettari.

Più Canadair subito, le mosse del governo

Le decine di grandi incendi concomitanti hanno messo a dura prova il sistema di soccorso tramite Canadair. “Per gli incendi boschivi, ieri ci sono state ben 35 richieste di concorso aereo: 15 in Sicilia, 12 in Calabria, 4 in Sardegna, 3 in Puglia, 1 in Abruzzo. Tutte le richieste possibili sono state soddisfatte. In alcuni casi si rende necessario trasferire un Canadair da una Regione all’altra. Purtroppo in Sicilia, a causa dei forti venti, la flotta aerea regionale non ha potuto effettuare alcun intervento e questo ha complicato le operazioni di spegnimento”, ha spiegato il ministro per la Protezione Civile Musumeci.

Proprio il numero di Canadair finisce sotto i riflettori. Per Musumeci “è assurdo che l’UE non abbia un flotta velivoli antiincendio degna di questo nome”. L’Europa si sta attrezzando per potenziare la sua capacità a livello comunitario. Nel 2022 è stato deciso di acquistare almeno 22 velivoli modello DHC-515 Firefighter. Sono interessati 6 paesi membri (Croazia, Francia, Grecia, Italia, Portogallo e Spagna). Circa metà degli apparecchi finirebbe nelle flotte dei paesi membri, mentre la parte restante rimpinguerebbe il numero di velivoli europei (oggi composta nominalmente da 10 Canadair, 14 modelli anfibi, 4 elicotteri, ma nessuno è di esclusiva proprietà UE: vengono affittati da aziende private o dalle flotte nazionali).

Ma Musumeci sottolinea che i tempi lunghissimi prima di ricevere i primi Canadair: almeno 4-5 anni. “Ci sono sempre meno Canadair in giro, Italia si è candidata per acquistarne alcuni ma dovrà aspettare ancora 4-5 anni. A fronte di questa paradossale situazione, si sta lavorando a una soluzione alternativa assieme ad altri Stati membri dell’Ue, perché il problema non è solo italiano”, ha affermato Musumeci.