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Giugno bollente e senz’acqua, è già record di incendi in Amazzonia

Lo scorso mese registrati 2.308 incendi. Un aumento del 2,7% rispetto allo stesso mese del 2020, e un record ineguagliato dal 2007. Pesa la condizione di grave siccità

incendi in Amazzonia
via Depositphotos

I dati sugli incendi in Amazzonia dell’agenzia Inpe

(Rinnovabili.it) – Il Brasile ha fatto registrare il peggior record di incendi in Amazzonia da 14 anni a questa parte. Secondo i dati forniti dalla agenzia nazionale per la ricerca spaziale Inpe, nel mese di giugno si sono verificati 2308 incendi solo nella porzione brasiliana della foresta tropicale. Rispetto allo stesso mese dell’anno scorso l’aumento è del 2,7%.

Era dal 2007 che la stagione degli incendi in Amazzonia non imperversava in modo così violento già in questa fase dell’anno. Solitamente, il picco viene raggiunto tra agosto e settembre. Un avvio così prematuro, sostengono gli esperti, solleva molta preoccupazione per quello che potrà succedere nei prossimi mesi.

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Ad alimentare le fiamme è soprattutto la gravissima siccità che sta colpendo il Brasile. Nella maggior parte del paese il calo di precipitazioni rispetto alla media si aggira sui 200-300 mm. Soltanto in poche aree, lo stato di Espiritu Santo e l’area nord-orientale dello stato di Minas Gerais hanno avuto più pioggia del solito.

Nel 2020 la scarsità di pioggia aveva innescato la peggiore stagione degli incendi in Amazzonia e nel Pantanal, la più grande zona umida del mondo, sempre in Brasile. I primi 10 mesi del 2020 hanno visto un aumento del 25% degli incendi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente per quanto riguarda l’Amazzonia. Il Pantanal, bacino preziosissimo per la biodiversità del continente, ha registrato il maggior numero di incendi nel 2020 da quando sono iniziate le registrazioni nel 1998. Da gennaio fino al 25 ottobre dell’anno scorso, è andato in fumo il 28% delle zone umide, cioè un’area grande quasi quanto la Danimarca.

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“Con un numero elevato di roghi già all’inizio dell’estate amazzonica, quando c’è naturalmente un calo delle piogge in Amazzonia, questo numero probabilmente aumenterà”, ha affermato la branca brasiliana di Greenpeace in una nota.

“Purtroppo questo record per il mese di giugno non è una sorpresa, considerando la continuità della politica anti-ambiente e l’insistenza sull’utilizzo di uno strumento costoso come l’invio di truppe militari, che si è rivelato inefficace negli ultimi due anni”, commenta Rômulo Batista di Greenpeace. Questa settimana, il governo ha annunciato che invierà di nuovo l’esercito in Amazzonia per contrastare deforestazione e incendi, anche se dal 2019 a oggi questa misura non ha sortito alcun effetto.