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L’Italia può fare meglio sulla prevenzione degli incendi boschivi

L’esito del monitoraggio UE promuove l’Italia ma segnala importanti margini di miglioramento. Serve una strategia nazionale di gestione del rischio incendi. E procedure minime condivise tra i diversi rivoli regionali della Protezione Civile

Incendi boschivi: come migliorare prevenzione in Italia?
Foto di Matt Palmer su Unsplash

Più coordinamento tra i sistemi regionali e provinciali della Protezione Civile. Aggiornare la legge quadro sul rischio incendi boschivi, per svecchiare la governance e dare più flessibilità. E sviluppare una strategia nazionale di gestione del rischio incendi. Sono le 3 raccomandazioni chiave che emergono dal monitoraggio europeo della macchina italiana per prevenire e contrastare gli incendi boschivi.

“Il report evidenzia quanto la protezione civile italiana sia un servizio integrato ben strutturato, con evidenti capacità di gestire efficacemente il rischio da disastri attraverso un approccio olistico e inclusivo”, afferma Veronica Casartelli, ricercatrice del CMCC, che ha partecipato alla preparazione del rapporto.

“Per quanto riguarda specificatamente gli incendi boschivi, l’Italia ha compiuto importanti progressi negli ultimi anni, promuovendo una gestione integrata del rischio e abbandonando un approccio focalizzato sulla soppressione”, aggiunge Casartelli.

Incendi boschivi in Italia: i dati

Un quadro positivo, che va però letto sullo sfondo dell’aggravarsi della crisi climatica e del ripresentarsi con maggior frequenza di condizioni che facilitano l’innesco di roghi, a partire dalla siccità, dalle variazioni nel regime delle piogge e dall’elevata evapotraspirazione legata alle alte temperature.

L’ultima estate, tra il 15 giugno e il 15 settembre 2024, gli incendi in Italia hanno bruciato circa 45.800 ettari di territorio. Nel 2023 erano 40mila. L’aumento anno su anno arriva quindi al 15%. Sicilia, Sardegna, Calabria e Campania si confermano le regioni più colpite, con l’85% degli incendi nazionali entro i propri confini.

“Un dato preoccupante riguarda anche le aree protette, poiché circa il 27% degli ecosistemi forestali colpiti durante la stagione incendi del 2024 si trova all’interno dei confini di siti appartenenti al sistema nazionale delle aree protette”, sottolinea Greenpeace in un recente commento ai dati sugli incendi boschivi. 

Migliorare la risposta italiana agli incendi

I margini di miglioramento nel contrasto agli incendi, per l’Italia, sono sia a livello di governance sia in ambito normativo. Bruxelles sottolinea soprattutto la necessità di rivedere e aggiornare la Legge Quadro L.353/2000 sul rischio incendi boschivi. E di sviluppare una Strategia Nazionale di gestione del rischio incendi boschivi, con obiettivi strategici intersettoriali e responsabilità chiare tra i vari attori e livelli territoriali.

La strategia, suggerisce il monitoraggio UE, dovrebbe prevedere obiettivi strategici intersettoriali e responsabilità chiare tra i vari attori e livelli territoriali. Integrandosi con la Strategia Nazionale di Adattamento ai cambiamenti climatici. E appoggiandosi su un livello di coordinamento più solido tra i sistemi regionali di protezione civile, i quali dovrebbero avere standard minimi di capacità e processi condivisi.

“Poiché i piani AIB rappresentano attualmente il principale processo di pianificazione per la gestione del rischio incendi boschivi e non esiste una strategia/piano nazionale specifico, è fondamentale stabilire standard minimi comuni, garantire coerenza e uniformità tra Regioni e Province Autonome e assicurare che gli obiettivi nazionali siano raggiunti anche attraverso l’implementazione di piani d’azione locali”, scrivono gli autori del rapporto.

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