Missione di Di Maio a Baku per diversificare l’impor di gas dell’Italia
(Rinnovabili.it) – La missione di Di Maio in Azerbaijan guadagna altri 2,3 miliardi di metri cubi (bcm) per l’Italia. “Quest’anno il volume delle forniture di gas azere all’Italia con contratti a lungo termine e spot raggiungerà i 9,5 miliardi di metri cubi”, ha dichiarato domenica il ministro dell’Energia azero Parviz Shahbazov. Un incremento del 35% rispetto ai 7 bcm che Baku ha spedito finora verso il Belpaese attraverso il gasdotto TAP. Con questo accordo, l’import di gas dell’Italia allarga un altro po’ il cappio del gas russo: i bcm aggiuntivi valgono quasi il 10% di 29 mld di m3 che Roma riceve annualmente da Mosca.
“Dopo Algeria, Qatar, Congo, Angola e Mozambico oggi rafforziamo la cooperazione in campo energetico con l’Azerbaijan”, ha scritto Di Maio su Twitter il 2 aprile. “Continuiamo a lavorare per tutelare imprese e cittadini italiani dalla crisi del gas. Andiamo avanti, non c’è tempo da perdere contro ogni ricatto o speculazione”.
La situazione dell’import di gas dell’Italia
Le forniture azere di gas sono iniziate ad arrivare in Italia solo nel 2020, quando è stato inaugurato l’ultimo tratto del lungo gasdotto che porta il gas fossile di Shah Deniz verso la penisola. Nel 2021 il totale dell’import di gas dell’Italia da Baku è stato di 7,2 bcm, circa il 10% del totale nazionale (pari a 76,1 bcm). Con l’incremento deciso in questi giorni, il TAP arriverà quasi a saturare la sua capacità di 10 bcm l’anno. In ballo resta l’espansione del gasdotto, che potrebbe raddoppiare a 20 bcm. Tempo stimato: 3 anni.
Nelle missioni precedenti, Di Maio aveva strappato nuove forniture anche dall’Algeria, il primo paese a cui l’Italia ha bussato. “Dall’Algeria è previsto un incremento di circa 11,5 miliardi di metri cubi”, ha dichiarato di recente la viceministra allo Sviluppo Economico, Alessandra Todde. Molto più dei 2 bcm di cui si era parlato a cavallo tra febbraio e marzo.
Tecnicamente tutto questo gas potrebbe arrivare sempre via gasdotto sfruttando l’infrastruttura esistente. Il Transmed, infatti, ha una capacità nominale di 30 bcm/anno e sarebbe sfruttato al momento solo per 15-16 bcm. Resta però sempre l’opzione Gnl, usando sia la capacità residua dei 3 rigassificatori italiani, sia quella delle due navi metaniere di cui Snam sta trattando il leasing. Algeri nel 2021 ha già inviato in Italia 1,1 bcm di Gnl, quasi il 12% dell’import totale.
Se questo aumento fosse confermato, l’Algeria tornerebbe a ricoprire il ruolo di primo fornitore per l’import di gas dell’Italia, come attorno al 2010. “Aumenterà anche la rigassificazione da Egitto, Congo e Qatar”, ha confermato Todde pur senza mettere cifre sul tavolo.