La Commissione Industria di Strasburgo presenta le proprie modifiche alla proposta dell'Esecutivo UE, chiedendo un'ulteriore accelerazione delle procedure di permitting
Impianti rinnovabili in Europa, iter di massimo 9 mesi nelle “aree di accelerazione”
(Rinnovabili.it) – Gli impianti rinnovabili in Europa giocano e giocheranno un ruolo essenziale ai fini della decarbonizzazione. Ma affinché contribuiscano in pieno anche alla sicurezza energetica, gli iter autorizzativi devono essere accorciati. Lo sa bene la Commissione europea che nel suo pacchetto RepowerEU ha introdotto alcune modifiche in tal senso. Per la precisione a maggio 2022 Bruxelles ha redatto una proposta normativa che rafforza le disposizioni in materia di permitting, intervenendo sulla vecchia direttiva Energia Rinnovabili (UE) 2018/2001 e i suoi aggiornamenti.
Il testo ha iniziato il suo percorso di approvazione e ieri ha ottenuto il primo ok con “aggiustamenti” da parte della Commissione industria dell’Europarlamento.
Le disposizioni in materia di autorizzazione per le rinnovabili della Commissione Europea
Lo schema dell’esecutivo UE va in realtà a modificare tre direttive: quella sulle rinnovabili, quella sull’efficienza energetica e quella sulle prestazioni energetiche degli edifici. E lo fa alzando target chiave al 2030, introducendo l’obbligo di solarizzazione per i nuovi immobili e scommettendo sull’innovazione. A livello di iter burocratici la proposta di Bruxelles:
- introduce l’obbligo per gli Stati membri di individuare le aree terrestri e marine necessarie per l’installazione di impianti rinnovabili in Europa al fine di soddisfare i contributi nazionali all’obiettivo 2030;
- obbliga i Paesi UE ad adottare uno più piani che designino le ‘renewables go-to areas‘, zone particolarmente adatte alla produzione di energia pulita;
- estende l’ambito dell’iter autorizzativo, chiedendo più rapide procedure amministrative e giudiziarie i per i ricorsi nell’ambito delle domande per i nuovi progetti;
- disciplina l’iter autorizzativo nelle aree go-to (o aree di accelerazione);
- disciplina l’iter autorizzativo per l’installazione di impianti fotovoltaici in strutture artificiali, chiedendo processi di soli 3 mesi per i pannelli su edifici;
- assicura che i sistemi rinnovabili, la loro connessione alla rete, la rete stessa e gli impianti di accumulo siano di rilevante interesse pubblico.
Nel contempo, trattandosi di una proposta di direttiva (e quindi con lunghi tempi di recepimento negli ordinamenti nazionali), la Commissione europea ha anche presentato un regolamento per accelerare, da subito e per la durata di un anno, le autorizzazioni rinnovabili.
Le modifiche della Commissione ITRE dell’Europarlamento
Negli emendamenti alla proposta della Commissione, gli eurodeputati della commissione Industria, Energia e Ricerca hanno ridotto da dodici a nove mesi il periodo massimo per l’approvazione di nuovi impianti, se ubicati nelle cosiddette “aree di accelerazione“. Questi saranno contrassegnati da ogni Stato membro e, se l’autorità competente non dovesse rispondere entro il termine previsto, l’autorizzazione o la richiesta dovrebbe essere intesa come approvata – secondo il cosiddetto principio del “silenzio assenso”.
Al di fuori di tali aree, il processo non dovrebbe superare i 18 mesi, affermano i deputati, e non i due anni come inizialmente proposto da Bruxelles.
Il nuovo processo di permitting riguarderebbe tutte le fasi amministrative dalla costruzione alla gestione fino al ripotenzimento. E dovrebbe comprendere anche le centrali elettriche ibride e l’integrazione delle energie rinnovabili nelle reti di riscaldamento e raffreddamento. Per quanto riguarda il repowering degli impianti rinnovabili già esistenti in Europa, i deputati chiedono che il processo di concessione delle autorizzazioni non superi i sei mesi per i progetti nelle aree di accelerazione delle rinnovabili e un anno al di fuori di essi.
Gli Stati membri dovrebbero inoltre sostenere la sperimentazione di tecnologie rinnovabili innovative, in cui la procedura d’autorizzazione dovrebbe essere altrettanto rapida di quella nelle aree di accelerazione delle rinnovabili, affermano i parlamentari.